REDAZIONE ASCOLI

Stabilizzazioni e precari in attesa. L’Ast assume ma è ancora poco

Indeterminato per 24 lavoratori, proroga per 150. I sindacati: "Inammissibile, mandati a casa in 50"

Stabilizzazione di 24 lavoratori e proroga del contratto a 150 figure del personale del comparto, ma le organizzazioni sindacali contestano il mancato rinnovo di altri 50 operatori. Da un lato l’Ast, dall’altro i rappresentanti dei lavoratori. Il tutto in vista della scadenza, il 31 dicembre, di 200 rapporti di lavoro a tempo determinato negli ospedali del Piceno. "Il diventare dipendenti dell’Ast a tempo indeterminato – dice la direzione dell’Ast –, può avvenire attraverso differenti procedure eo istituti contrattualmente previsti: mobilità, stabilizzazione, riavvicinamento famigliare, reclutamento da nuovo concorso. Essendo le modalità molteplici e i posti disponibili limitati, l’Azienda, pur avendo la potestà di decidere in totale autonomia, ha ritenuto corretto confrontarsi con le organizzazioni sindacali per definire insieme la migliore e più equa distribuzione degli istituti sopra citati, tenendo a riferimento una corretta gestione del personale, la valorizzazione delle professionalità già in campo e la tutela anche dei lavoratori che pur non essendo ancora dell’Azienda vorrebbero farne parte attraverso la mobilità in ingresso. Tenuto conto della prossima scadenza dei contratti di lavoro – continua l’Ast –, benché il confronto con le Oo.Ss. non abbia portato ad una modalità condivisa, l’Azienda assume in proprio la decisione di procedere, già da lunedì, alla stabilizzazione di 24 lavoratori che hanno maturato il diritto contrattualmente e giuridicamente previsto, e alla proroga del contratto di ulteriori 150. Avvierà, inoltre, nei prossimi giorni, le procedure per permettere l’immissione in ruolo di ulteriori aventi diritto". Parlano invece di "taglio del personale a decorrere dall’1 gennaio 2024, attraverso la mancata proroga di circa 50 lavoratori di diverse professionalità in servizio a tempo determinato" Cgil, Cisl, Uil, Nursind, Nursing Up, Fials, Usb, Ugl e Rsu coordinata da Paolo Grassi.

"Tale scelta – dice Grassi – sarebbe stata determinata dalla mancata previsione dei relativi posti nella dotazione organica e dal conseguente mancato finanziamento da parte della Regione. Questa riduzione è inammissibile e per questo proclamiamo la stato di agitazione del personale".

Lorenza Cappelli