MARIA GRAZIA LAPPA
Cronaca

Spagnulo a casa, scatta la rabbia in paese: “Hanno ucciso di nuovo Antonio”

La sorella di Cianfrone, freddato dalla coppia nel giugno del 2020, reagisce alla notizia del condannato tornato a casa a Spinetoli per problemi di salute: “Questa non è giustizia, qualcuno mi spieghi il perché. È il terzo anno che festeggiamo il compleanno di mio fratello al cimitero”

A sinistra: Giuseppe Spagnulo. Deve scontare l’ergastolo per l’omicidio di Antonio Cianfrone (a destra) avvenuto il 3 giugno 2020 a Spinetoli

A sinistra: Giuseppe Spagnulo. Deve scontare l’ergastolo per l’omicidio di Antonio Cianfrone (a destra) avvenuto il 3 giugno 2020 a Spinetoli

Spinetoli (Ascoli), 14 agosto 2024 – Giuseppe Spagnulo, condannato all’ergastolo insieme alla moglie Francesca Angiulli per aver ucciso Antonio Cianfrone in un agguato lungo la pista ciclopedonale di San Pio X, a Spinetoli (Ascoli), il 3 giugno del 2020, è tornato a casa. Nonostante la condanna all’ergastolo, il magistrato di sorveglianza di Reggio Emilia ha deciso di concedere i domiciliari, per motivi di salute. La notizia è piombata a Spinetoli scuotendo la piccola comunità dal torpore della calda estate. Una comunità sotto choc, a indignarsi sono i familiari, che non si danno pace, ma anche i spinetolesi sono fortemente perplessi e preoccupati. A parlare è la sorella di Cianfrone.

Francesca, come sta?

“Hanno ucciso di nuovo mio fratello e la sua famiglia. Qui sembra quasi che si diano più attenzioni e garanzie ai chi fa del male, piuttosto che alle vittime e ai loro familiari. Quanto è successo è un fatto gravissimo, non posso sopportare l’idea che chi ha ucciso mio fratello sia tranquillamente a casa, mentre mio fratello per il terzo anno festeggia il suo compleanno nel cimitero. Tutto questo è devastante, hanno riaperto le ferite. Ci hanno distrutto”.

Cosa ha provato quando ha appreso la notizia?

“E’ stata una pugnalata al cuore, nessuno ci ha avvisati, lo abbiamo saputo causalmente. Riportare Spagnulo a Spinetoli è assurdo. In questo modo, non si scoraggia chi ha intenzione di commettere un delitto. Uccidi una persona e dopo poco sei fuori. Ha trascorso due anni e mezzo, tre in carcere? Poi ti riprendi la tua casa, la tua vita, parte della libertà. Mio fratello al contrario giace in un cimitero. Gli hanno sparato mentre era in ginocchio e chiedeva pietà”.

E’ adirata?

“Sono furibonda. Mio fratello ha indossato la divisa di carabiniere per 37 anni, era un uomo dello Stato, perché un carabiniere rimane tale, per sempre, anche dopo la morte”.

Cosa pensa della giustizia? “Quanto è successo è surreale. Questa non è giustizia. Quello che proprio non tollero, che l’hanno rimandato a Spinetoli, dove tutto è accaduto. Dov’è la tutela per i familiari? Per la compagna di Antonio, per i testimoni del processo? Dove? Mia nipote mentre passeggia dovrà vedere l’assassino del padre che si gode l’ombra sul terrazzo? Tra l’altro sono convinta che mio fratello non è stato ucciso per rancore, quindi mi chiedo, chi ci tutela? Come si fa a dare i domiciliare ad un uomo che uccide?”

Cosa conta di fare?

“Sono diventata social, nella speranza che qualcuno mi contatti, mi chieda qualcosa, ho voglia di sapere perché me l’hanno ammazzato. Queste decisioni fanno male, e fanno perdere la fiducia nella giustizia”.