
E’ un racconto dal contenuto fosco quello fatto dai genitori di un aspirante calciatore la cui denuncia ha fatto finire...
E’ un racconto dal contenuto fosco quello fatto dai genitori di un aspirante calciatore la cui denuncia ha fatto finire sotto processo quattro persone accusate di aver chiesto soldi spacciando la possibilità di favorire un provino per il settore giovanile dell’Ascoli calcio, società estranea del tutto al fatto. Accusate in concorso di truffa sono quattro persone che ieri sono comparse davanti al giudice Barbara Bondi Ciutti. Si tratta di un 60enne di Garlasco (Pavia), un 56enne di Porto San Giorgio, un 63enne di Ripatransone e un ascolano, anche lui di 63 anni. Sono difesi dagli avvocati Carnevali, Piergentili e Cantalamessa.
Una vicenda collocata nell’estate del 2022 quando il 60enne patavino si mise in contatto con i genitori di un ragazzo, aspirante calciatore. Si presentò come un osservatore sportivo e propose alla coppia di far sostenere un provino al loro figlio con lo scopo di valutare le sue capacità calcistiche. Alla fine la coppia pagò 10.000 euro (all’inizio la richiesta era di 20.000 euro). Fu detto loro, da chi li prese materialmente, che erano soldi necessari a coprire le spese di vitto e alloggio presso un convitto.
In ogni caso nei giorni scorsi in udienza è emerso che il fantomatico provino con l’Ascoli era parte di una serie di possibilità proposte dall’intermediario che per questo aveva chiesto i 10.000 euro. Insomma un quadro piuttosto confuso nel racconto dei denunciati che hanno comunque focalizzato l’attenzione in particolare solo su uno degli imputati e non su tutti.
p. erc.