ALESSANDRO CAPORALETTI
Cronaca

I borghi simbolo del sisma. Da Arquata a Castelluccio: “Ecco come li ricostruiremo”

Il commissario Castelli: nel Piceno via al maxi progetto da 71 milioni, la gara entro l’anno. “Muri di contenimento e tiranti in acciaio per consolidare la collina su cui sorge il paese

La devastazione del terremoto: ecco quello che restava del centro storico di Arquata del Tronto dopo la scossa del 2016

La devastazione del terremoto: ecco quello che restava del centro storico di Arquata del Tronto dopo la scossa del 2016

Arquata del Tronto (Ascoli), 4 luglio 2024 – La formula è inglese, ma l’applicazione tutta italiana. Si scrive Build back better, significa ricostruire nello stesso luogo, ma meglio di prima. Così rinascerà il borgo di Arquata del Tronto cancellato dal terremoto, epicentro e simbolo del sisma che il 24 agosto 2016 devastò l’Italia centrale.

Commissario Guido Castelli, c’è il via libera della conferenza dei servizi al progetto esecutivo per la ricostruzione del centro storico di Arquata del Tronto, lei la definisce “una delle più complesse e innovative della storia delle ricostruzioni in Italia”. Perché?

“Abbiamo presentato questo progetto avveniristico realizzato dall’Usr Marche con l’Eucentre di Pavia (studio all’avanguardia sotto la guida di Gian Michele Calvi, ndr) alla World Conference on earthquake engineering, che dopo cinquantuno anni è tornata in Italia, a Milano. Non accadeva dal 1973, la ricostruzione sull’Appennino centrale è diventata laboratorio internazionale”.

Che cosa prevede il progetto? “L’obiettivo è di garantire la massima sicurezza statica e sismica al borgo di Arquata, così che possa superare in maniera efficace e adeguata ogni ulteriore crisi sismica. Ma sarà anche l’occasione per potere applicare tecnologie innovative, che segnano l’evoluzione della scienza ingegneristica e saranno determinanti per garantire la sicurezza della comunità negli anni a venire”.

Ci spieghi.

“Innanzitutto va spiegato che cosa è successo la notte del 24 agosto 2016. In sostanza, è come se la prima scossa (ore 3.36, magnitudo 6.0) avesse sgretolato il basamento di roccia e detriti alluvionali su cui poggiava il centro storico di Arquata, facendo sprofondare e collassare le case. La roccia ha resistito, i detriti sono stati sbriciolati dalla forza del sisma e le fondazioni del borgo sono crollate. Questo dicono gli studi ed è per questo che alla base del progetto di ricostruzione del centro storico di Arquata c’è il consolidamento della collina su cui sorge. Come? Immagini grandi mura di contenimento in cemento armato che descrivono un rettangolo tutto intorno alla collina di Arquata e sono tenute insieme, agganciate, da tiranti in acciaio lunghi anche 60 metri, che si irradiano da due pozzi centrali. È come una grande ruota di carro, il principio è lo stesso”.

Ma cambia anche la formula della ricostruzione.

“Sì, il piano è di procedere con la formula della ricostruzione unitaria privata, che consente (con il consenso dei proprietari) di affrontare tutto il colle come un unico, grande cantiere, così da gestire logisticamente al meglio gli interventi pubblici e quelli delle case private. Noi affideremo alla parte pubblica la realizzazione di questa grande fondazione e delle strutture propedeutiche alla ricostruzione delle abitazioni, poi ogni privato procederà per conto proprio nel modo che riterrà più opportuno e nel rispetto delle costruzioni precedenti”.

Diamo qualche data?

“Il nostro obiettivo è di bandire la gara d’appalto per affidare i lavori (finanziati con 71 milioni) entro la fine dell’anno. Ci aspettiamo di affidarli nei primi mesi del 2025 e che la predisposizione del cantiere parta subito dopo”.

Arquata come Castelluccio di Norcia, sul versante umbro dei monti Sibillini. Anche qui un progetto che farà scuola.

“Il tema in questo caso è di garantire la sicurezza sismica di un borgo a 1.450 metri sul livello del mare, che sorge su un’altura con un dislivello di circa quaranta metri. Ecco, qui realizzeremo due platee in cemento armato della superficie di circa 6.500 metri quadrati sulle quali poggerà un tappeto a gradoni di isolatori sismici (come una sorta di grande ammortizzatore, ndr) in grado di assorbire e neutralizzare vibrazioni e oscillazioni del terreno. Il progetto non crea nessun tipo di compromissione per l’ambiente e sappiamo quanto sia importante, lo skyline di Castelluccio di Norcia non cambierà di una virgola. In quella zona abbiamo oltre duecento specie di uccelli che nidificano e una varietà floristica incredibile”.

Quando partiranno i lavori?

“Già consegnati, li eseguirà la ditta Taddei di L’Aquila su progetto dell’Usr Umbria con l’Università di Perugia. Partiranno non appena sarà terminata la fioritura con l’avvio dell’attività del primo applicativo, ovvero le demolizioni e la realizzazione dei contrafforti di sostegno per il consolidamento della collina”.