Ascoli, 19 aprile 2023 – La Procura di Ascoli ha chiesto il rinvio a giudizio per due persone in relazione alla morte di Simone Ferri, operaio 23enne di Castel di Lama, deceduto in un incidente sul lavoro avvenuto il 26 maggio 2022 nello stabilimento dell’Api Aluminum Profile Italy a Monsampolo. L’ipotesi di omicidio colposo è stata contestata a Massimiliano Marconi, 58 anni di San Benedetto e a Claudio Palmegiani, 67enne di Popoli. Marconi è indagato quale responsabile del servizio prevenzione e protezione dello stabilimento dove avvenne la disgrazia e Palmegiani nella veste di legale rappresentante e datore di lavoro. Sono entrambi difesi dall’avvocato Mauro Gionni.
Ieri si è svolta l’udienza preliminare che il giudice Matteo Di Battista ha rinviato a giugno poiché pende una trattativa per il risarcimento dei danni ai familiari di Simone Ferri, il padre, al madre e il fratello, che si sono costituiti parte civile. Ai due indagati la Procura di Ascoli contesta essenzialmente la violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni e sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare, a Palmegiani viene contestato di non aver indicato nel documento di valutazione rischi i pericoli relativi all’accesso al tetto del capannone di Monsampolo, "costituito di materiale non sufficientemente resistente, non adottando misure di prevenzione appropriate per impedirne l’accesso o consentirlo previa fornitura di attrezzature idonee a garantire la sicurezza dei lavoratori".
A Marconi viene invece contestato di aver "omesso la necessaria e doverosa attività di segnalazione e stimolo al datore di lavoro, ai fini della rimozione dei rischi per i lavoratori, nonché, quale dirigente di fatto dell’Api Aluminum Profile Italy, di non aver tenuto conto delle capacità dei lavoratori nell’affidare compiti agli stessi". Quel giorno il titolare della ditta incaricata di effettuare lavori di bonifica amianto informò Marconi che nel corso del sopralluogo effettuato il giorno prima aveva dimenticato sulla copertura del capannone il proprio telefonino; Marconi incaricò quindi Ferri di andarlo a recuperare, senza tenere conto dei rischi di una caduta dall’alto visto che per altro non c’erano parapetti. Il 23enne salì con una scala retrattile posta su una botola a scomparsa (liberamente accessibile ai dipendenti), senza dispositivi di sicurezza, che non gli erano stati forniti; percorse una trentina di metri camminando sulla parte esterna della copertura, attraversò una lastra di eternit e quindi un lucernaio che cedette facendolo precipitare da 9 metri.