Auspicare che si ripeta un attentato come quello dell’12 novembre 2003 a Nassirya, dove morirono 19 giovani militari italiani, è quanto di più vile la mente umana possa concepire. Eppure ad Ascoli a qualcuno è venuto in mente di farlo facendo nottetempo una scritta vergognosa: "10, 100, 1000 Nassirya. Acab" è stato vergato su una parete di un palazzo in piazza Giovanni Giacomini nei pressi di Porta Tufilla. L’hanno fatto mani al momento ancora ignote, ma che si spera possano essere presto individuate, magari con l’aiuto di telecamere di sicurezza. Tutto accade alla vigilia dell’anniversario che il Comune di Ascoli celebrerà martedì mattina alle 10,15 deponendo una corona a"Largo Caduti di Nassirya in viale De Gasperi, nello spazio all’altezza della chiesa di San Vittore. La scritta è apparsa ieri mattina; per rimuoverle sono entrati in azione gli Angeli del Bello, già protagonisti di ripetuti ed efficaci interventi di ripulitura di brutture in tutta la città. E questa era veramente una bruttura, non solo all’estetica cittadina, ma soprattutto alla memoria dei 19 soldati morti nell’attentato avvenuto nel sud dell’Iraq, dove l’Italia aveva la base del contingente inviato dopo la guerra a Saddam Hussain. Quella mattina di 21 anni fa, in un attacco alla base Maestrale, morirono 12 carabinieri, 5 soldati e due civili. La missione militare era iniziata pochi mesi prima, a giugno. A provocare la strage fu un camion imbottito di esplosivo lanciato a tutta velocità contro la palazzina di tre piani che ospitava i carabinieri della Msu (Multinational specialized unit). Il camion forzò il posto di blocco all’entrata della base, situata nella vecchia sede della Camera di commercio locale: gli occupanti aprirono il fuoco contro i militari a guardia dell’ingresso, che risposero al fuoco senza però riuscire a fermare il mezzo.
Peppe Ercoli