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Sfiducia dalla minoranza. De Vecchis: "Non condivido"

Il consigliere si smarca dalla mozione prospettata dal centrosinistra: "Non sono d’accordo perché per me non ha senso farla in questo momento".

Il consigliere Simone De Vecchis parla in merito alla crisi di maggioranza

Il consigliere Simone De Vecchis parla in merito alla crisi di maggioranza

No alla mozione di sfiducia così com’è stata prospettata dal centrosinistra. È Simone De Vecchis a smarcarsi dall’impegno che una parte della minoranza sambenedettese vorrebbe assumere se entro il 15 ottobre non dovesse essere convocato il consiglio comunale, approvato il consolidato e chiuso il capitolo della crisi in maggioranza. "Non condivido la mozione di sfiducia – dice il consigliere – non ha senso farla in questo momento. Dopodiché, se in futuro non dovesse esserci una ricomposizione, si potrà pensare di farla". L’idea della mozione era stata avanzata dai due consiglieri di centrosinistra a inizio ottobre, con la sospensione pro tempore del nido all’asilo ‘La Mongolfiera’. Circostanza che aveva indotto Canducci e Bottiglieri a criticare aspramente l’amministrazione comunale, considerata non più in grado di governare la macchina. Il servizio è stato ripristinato a partire dal 3 ottobre, ma questo non ha fatto cambiare idea al duo del centrosinistra, che ha fissato la deadline a metà ottobre per chiudere le questioni all’interno della maggioranza.

Ora però il quadro si complica, perché la mozione di sfiducia deve essere presentata da due quinti del consiglio (10 consiglieri nel caso di San Benedetto) e votata favorevolmente dalla maggioranza assoluta (13) per poter passare. Questo significa che se il centrosinistra, le destre e il resto del gruppo misto decidessero di portare avanti l’iniziativa, avrebbero comunque i numeri per farlo. Diverso è il discorso dell’approvazione: per quella serve tutta la minoranza più almeno uno fra Pasquali e De Renzis. L’idea del centrosinistra, insomma, è di mettere pressione non solo alla coalizione di governo, ma anche ai consiglieri ‘dissidenti’, affinché mostrino le carte nel giro di poche settimane e senza un’altra ’apertura di credito’, espressione usata da Pasquali per spiegare la propria posizione a fine settembre. Chi invece oggi frena sulla mozione lascia a Pasquali ampio spazio di manovra per chiudere le questioni lasciate in sospeso con la maggioranza, in un senso o nell’altro.

De Vecchis peraltro non dovrebbe essere l’unico ad avvertire la necessità di attendere sviluppi prima di agire: il blocco di destra ad oggi non ha espressamente chiesto le dimissioni di sindaco e giunta, e quindi non è detto che sia propenso ad appoggiare un’eventuale mozione. Lo strappo in maggioranza, comunque, potrebbe essere ampiamente ricucito prima del prossimo consiglio. Da giorni si valuta di conferire ad un tecnico l’assessorato all’urbanistica. Il nome ipotizzato, finora, è quello di Giuseppe Fiscaletti.

Giuseppe Di Marco