Il rilancio dell’area del cratere sismico passa dalla ripresa della sua economia. Per questo Ance Ascoli, la sezione locale dell’associazione nazionale costruttori edili, vuole tenere alta l’attenzione sulle misure necessarie per sostenere la ripartenza. L’ultimo argomento a tenere banco è quello del credito d’imposta, di cui si parla nella lettera indirizzata da Ance al commissario straordinario, Giovanni Legnini, e all’assessore regionale alla ricostruzione, Guido Castelli; secondo l’associazione, quella del credito di imposta è "una misura fiscale importantissima, prorogata fino al 31 dicembre 2021 dalla legge di conversione del decreto ‘Sostegni bis’, per la quale gli imprenditori locali sono ancora in attesa del placet europeo che possa finalmente sbloccare la procedura di trasmissione delle domande di accesso ai benefici all’Agenzia delle Entrate". Il presidente di Ance Ascoli, Massimo Ubaldi, ha spiegato: "Il credito d’imposta è un meccanismo premiale in grado di incidere positivamente e in maniera significativa sullo sviluppo economico e sociale dei nostri territori, capace di favorire la realizzazione di nuovi investimenti produttivi nelle aree colpite dal sisma caratterizzate, oggi più che mai, da un altissimo deficit di attrattività". Partendo da questa premessa, Ubaldi ha aggiunto: "Abbiamo accolto con estrema soddisfazione la proroga del credito d’imposta stabilita dal legislatore ma questa, da sola, non è sufficiente a riattivare lo strumento agevolativo visto che questo si configura come un aiuto di Stato. La precedente autorizzazione europea è scaduta il 31 dicembre 2020 ed è quindi indispensabile un nuovo ed esplicito assenso da parte di Bruxelles, che speriamo possa arrivare il prima possibile perché i nostri imprenditori sono molto disorientati rispetto alla reale operatività della norma". Una fase di stallo che Ubaldi ha illustrato nel dettaglio: "Basti pensare che alcune imprese, in attesa di avere notizie certe, hanno bloccato gli ordini mentre altre, costrette a completare obbligatoriamente i progetti entro il 31 dicembre 2021, hanno già avviato gli investimenti senza attendere e conoscere i contenuti della decisione della Commissione europea. Insomma, la situazione è di assoluta incertezza tra gli operatori ed è altissimo il rischio che venga neutralizzato completamente l’effetto incentivante dell’agevolazione".
La conclusione è semplice: "Abbiamo già proposto e continueremo a chiedere a gran voce di allineare l’efficacia temporale del credito d’imposta nel cratere sismico con quella del credito d’imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno, che invece sarà in vigore fino al 31 dicembre 2022, utilizzando anche parte dei 780 milioni di euro dedicati alle imprese all’interno del Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza".