Russia, mandato d’arresto. Il cameraman ascolano: "Facevo solo il mio lavoro"

Simone Traini si trovava nel territorio del conflitto con la collega Battistini. L’Ordine dei giornalisti: "È pura intimidazione contro la libertà di informazione".

Russia, mandato d’arresto . Il cameraman ascolano:: "Facevo solo il mio lavoro"

Simone Traini, accusato di essere ’entrato illegalmente in regione Kursk’ insieme alla giornalista Battistini

Ascoli, 9 ottobre 2024 – Altra giornata di sconforto per il giornalismo internazionale, per la politica italiana e per gli ascolani. Simone Traini, il video reporter di Ascoli inviato in Russia a fianco della giornalista Battistini, ora ha un mandato d’arresto che pende sulla sua testa. Ad emanarlo è il tribunale distrettuale Leninsky di Kursk che "ha accolto la mozione dell’ufficio regionale del servizio di frontiera russo di emettere un mandato di arresto per i giornalisti italiani Simone Traini e Stefania Battistini entrati illegalmente in Russia dall’Ucraina per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina".

"Volevo semplicemente documentare tutto ciò che stava accadendo davanti ai miei occhi, come faccio sempre – commentava Traini ad agosto – Non vorrei si parlasse ancora di me anche se siamo ormai su tutti i canali mondiali". Un mestiere complesso, quello degli inviati in zone di guerra. Complesso, ma fondamentale. "Eravamo in diretta con Uno Mattina – ci ha raccontato ancora Traini –, all’improvviso nel nostro albergo hanno fatto irruzione quattro uomini delle forze speciali ucraine, tra agenti di polizia e soldati in mimetica. Io e il mio collega cameraman siamo stati obbligati a sdraiarci per terra e ci hanno puntato la canna del fucile alla nuca, premendoci le ginocchia sulla schiena. Parlavano soltanto in russo, non conoscevano altra lingua ed era impossibile capirli e farci capire. Nei primi momenti abbiamo avuto paura, ma siamo riusciti a rimanere calmi e a non farli agitare ulteriormente”.

Schierati al suo fianco ci sono tutti i colleghi che, riuniti nell’Ordine, hanno rilasciato la nota: "Il giornalismo non e’ un crimine. Il mandato di arresto delle autorità russe nei confronti di Stefania Battistini e Simone Traini, in violazione di tutte le norme internazionali, è una pura intimidazione contro liberta’ di informazione e una minaccia per tutti i giornalisti che cercano di raccontare gli scenari di guerra stando sul campo. Il provvedimento giunge in concomitanza con l’anniversario dell’uccisione di Anna Politkovskaja, giornalista russa uccisa per il suo impegno e lavoro di inchiesta". L’invio dell’Ordine è per il governo italiano e le istituzioni europee affinché garantiscano "adeguata protezione ai due colleghi, ribadendo loro la piena solidarieta’ e condannando la decisione delle autorita’ di Mosca. "È necessario garantire il diritto per la stampa ad accedere, in sicurezza, in tutte le zone di guerra. Vale per la Russia, per l’Ucraina, per Gaza, per il Libano e per tutti i conflitti".