PEPPE ERCOLI
Cronaca

San Benedetto, va a rubare a casa della compagna, lei lo accoltella

Accuse reciproche in tribunale per una coppia sambenedettese. Aggrediti anche i carabinieri

Attimi di panico

Attimi di panico

San Benedetto del Tronto (Ascoli), 30 gennaio 2018 - Accuse reciproche hanno fatto finire sotto processo una coppia di San Benedetto, lui con l’accusa di furto aggravato, lei che invece deve rispondere di una più corposa lista di reati: lesioni personali gravi, violazione di domicilio, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.

Si tratta di un uomo e una donna con problemi di tossicodipendenza. Tutto è nato proprio in una sera durante la quale entrambi hanno assunto stupefacenti. Era il 18 marzo 2012 e a casa di lui la donna, una sambenedettese di 32 anni difesa dall’avvocato Silvia Morganti, si è sentita male proprio per l’assunzione di stupefacenti tanto che è stato necessario chiedere l’intervento dei sanitari del 118 che hanno soccorso la donna e l’hanno trasferita al pronto soccorso.

Ed è in questa fase che l’uomo, un 43enne sambenedettese assistito dall’avvocato Andrea Ciannavei, avrebbe commesso il reato per cui è poi finito sotto processo. Approfittando del malore della compagna, si sarebbe impossessato delle chiavi della sua abitazione prelevandole dalla borsetta di lei. Quindi si sarebbe introdotto nell’abitazione impossessandosi di un computer portatile ed altri oggetti. Nel frattempo la donna si è ripresa, è tornata a casa e si è accorta che non c’era più il notebook ed altri oggetti. Inviperita si è precipitata a casa dell’uomo convinta che fosse stato lui l’autore del furto. Si è introdotta all’interno e lo ha trovato che dormiva in camera da letto.

All’interno è iniziata una furibonda lite. Lei ha iniziato a prenderlo a calci e pugni e, brandendo un coltello che aveva precedentemente preso in cucina, lo ha ferito per fortuna non gravemente al grido «ti voglio uccidere» e lo ha poi preso a morsi, ferendolo al volto anche con graffi.

Nel frattempo è arrivata una pattuglia radiomobile dei carabinieri di San Benedetto. Lei, ancora molto alterata, è stata tenuta fuori casa, ma ha continuamente cercato di rientrarvi, come ha testimoniato ieri un carabiniere. Ha iniziato a rompere statue di gesso che erano in giardino, continuando a minacciare l’uomo.

I carabinieri hanno dovuto faticare per tenerla lontana dal sambenedettese, ma hanno a loro volta subìto calci e pugni da lei nel tentativo di calmarla. Una situazione caotica tanto che hanno dovuto ammanettarla.