Ancona, 28 giugno 2024 – Una settimana dopo il devastante rogo alla Baraccola, attorno all‘azienda Ds Smith Recycling l’odore acre delle sostanze combuste è ancora molto pungente.
Meglio indossare, precauzionalmente, la mascherina Fp3 affacciandosi sul cantiere dove è in corso la bonifica del materiale incenerito nella notte tra il 20 e il 21 giugno scorso. Un’azienda specializzata sta cercando di rimuovere i rifiuti speciali, ci sono diversi cassoni aperti colmi di materiale che andrà smaltito. Il grosso dei rifiuti però è ancora dentro al perimetro dell’azienda dove l’attenzione è presa dalle lamiere accartocciate del nucleo centrale.
Altri cumuli di materiale che andrà ovviamente tirato fuori da ciò che resta dell’attività. Il Comune conferma che l’Ast 2 ha avviato una procedura d’urgenza per la rimozione dei manufatti con amianto lesionati dal rogo e soprattutto il coinvolgimento, finalmente, del coordinatore del PIA I e II, Floriano Bonifazi: “Confermiamo che le procedure seguite in emergenza sono state corrette e allineate alla normativa vigente, adottate dagli enti coinvolti ciascuno per propria competenza – spiega l’assessore alla Protezione civile, Giovanni Zinni – inoltre si sta proseguendo nel lavoro. Ho ritenuto importante confrontarmi con il prof Bonifazi per condividere le scelte prese e quelle eventualmente possibili a breve. Nell’occasione ho voluto approfondire con lui soprattutto il tema della migliore prevenzione sanitaria possibile e adottabile per affrontare al meglio simili emergenze future”.
Intanto le operazioni stanno andando avanti senza troppe precauzioni, nella speranza che i dettami impartiti dagli esperti siano sufficienti a evitare conseguenze per la salute delle persone. Le analisi dell’Arpam (i rilevamenti fatti, ma poi la lavorazione appaltata a un’azienda di Reggio Emilia) potrebbero aver registrato la presenza di diossine nell’ambiente. L’amministrazione ha parlato di quantità “piuttosto basse”, ma non le ha escluse: “Onestamente, vista l’entità e l’estrema vicinanza dell’incendio, avrei preferito fermare l’attività per qualche giorno e attendere la fine dei lavori di ripristino, invece il Comune ci ha detto che potevamo riaprire subito. La mattina di venerdì (circa 8-9 ore dopo lo scoppio del rogo, ndr) – afferma Giorgio Romagnoli, titolare della gastronomia Pasta Shop all’interno del Centro Mirum – eravamo in zona arancione: abbiamo aperto, ma i clienti non potevano accedere alla zona. Ci hanno detto esclusivamente di lavare a fondo la pavimentazione davanti al negozio, stop. Siamo andati avanti così fino a sabato, poi da lunedì è scattata la zona gialla e la vita qui dentro il Mirum è ripresa come sempre. È vero, l’odore dell’incendio è ancora forte. Dentro la ditta c’erano carta e bancali di legno, ma anche altro materiale”.
A conferma che l’attività è ripresa come se niente fosse accaduto ci sono i tantissimi clienti seduti al bar tavola calda del Mirum e il via vai di clienti al Sun Island: “C’è ancora odore, ma ci hanno detto che non ci sono rischi. Noi andiamo avanti” chiosa una responsabile del centro estetico.