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Rigenera Sbt: "C’è solo un muro di cemento"

Il gruppo Rigenera Sbt critica l'intervento sull'area Ballarin a San Benedetto del Tronto, sottolineando la mancanza di considerazione per gli allagamenti e la mancanza di sostenibilità ambientale.

Rigenera Sbt: "C’è solo un muro di cemento"

Il gruppo Rigenera Sbt critica l'intervento sull'area Ballarin a San Benedetto del Tronto, sottolineando la mancanza di considerazione per gli allagamenti e la mancanza di sostenibilità ambientale.

"Si sta intervenendo sull’area Ballarin ma sembra che nessuno si curi del fenomeno degli allagamenti che attanagliano quella zona". Lo affermano l’architetto Daniele Paolini e l’avvocato Gian Luigi Pepa del gruppo ’Rigenera Sbt’. "È evidente che quella zona è particolarmente soggetta a fenomeni di allagamento, anche significativi – affermano –. Viviamo in un’epoca in cui la decementificazione e il concetto di ‘città spugna’ sono centrali nella rigenerazione urbana, e ci chiediamo: un intervento come quello in corso al Ballarin, che sembra ampliare la copertura del suolo, rispetta davvero questi criteri di sostenibilità?". L’intervento sul Ballarin, secondo i due referenti, rischia di essere un’occasione mancata per adottare soluzioni innovative e sostenibili. L’espansione delle superfici impermeabili potrebbe peggiorare una situazione già critica, anziché migliorarla.

"È fondamentale progettare nuovi interventi urbani in un’ottica che privilegi l’assorbimento delle acque e la riduzione dell’impermeabilizzazione del suolo, garantendo così un futuro più resiliente per la città. San Benedetto ha bisogno di una visione lungimirante che bilanci la crescita urbana con la salvaguardia dell’ambiente". Per il gruppo Rigenera Sbt, il progetto attuale sembra non rispondere alle esigenze di sostenibilità né risolvere le criticità storiche della zona. Le scelte urbanistiche appaiono poco integrate e non in linea con i principi di rigenerazione urbana contemporanea. "Il caso Ballarin sembra rappresentare un nuovo episodio di impoverimento degli spazi verdi pubblici in favore di interventi cementizi, nonostante il contesto richieda un’azione opposta: più verde, meno cemento, più servizi pubblici per i cittadini". A questa critica si aggiunge una riflessione sulla natura stessa dell’intervento: "L’area, dopo la demolizione della gloriosa Curva Sud, è divenuta un luogo strategico che meriterebbe un progetto ambizioso e capace di conciliare memoria storica, qualità urbana e sostenibilità ambientale. Al contrario, ciò che vediamo oggi è un muro di cemento armato"