La possibilità che una parte dei rifiuti di Roma possa essere lavorata in Vallata spaventa la popolazione. I megaimpianti ventilati in questi mesi non serviranno per smaltire i rifiuti prodotti dal Piceno, che registra un importante calo demografico, quindi la possibilità che vengano utilizzati per supportare la capitale non è affatto remota. Abbiamo dato la parola ai sindaci, che mostrano prudenza. Il presidente dell’Unione dei comuni della Vallata del Tronto, il sindaco di Spinetoli Alessandro Luciani è misurato: "Sappiamo che Acea si è mosso con importanti investimenti, si tratta di un colosso che non investe a caso. Per quanto riguarda la lavorazione dei rifiuti della capitale nella Vallata credo che la decisione spetti al Piano d’ambito".
I sindaci del territorio hanno intenzione di permettere di portare rifiuti da fuori, compromettendo il futuro di questo lembo di terra? "Ribadisco, sono decisioni che prenderà il piano d’ambito". Il sindaco di Castel di Lama, Mauro Bochicchio è categorico: "Al momento – dichiara il primo cittadino lamense – abbiamo l’impianto del tmb (trattamento meccanico biologico), che ha ‘cerotti’ da tutte le parti, siamo all’emergenza, più che aiutare gli altri, abbiamo bisogno di chi aiuti noi. L’impianto è vecchio ed ha due macchinari rotti".
L’espansione di Acea non la preoccupa? "Sono convinto che possiamo incidere poco sullo smaltimento dei rifiuti di Roma, un nostro intervento sarebbe insignificante".
Intanto non abbassa la guardia la belligerante sindaco di Appignano Sara Moreschini, che in questi anni insieme a Bochicchio ha dato battaglia per difendere il territorio. I cittadini ribadiscono ancora una volta il no alla Valle dell’immondizia. Intanto martedì prossimo si terrà la riunione dell’Ata. Due sono le cose certe: che Roma ha intenzione di esportare nelle regioni vicine una quantità di rifiuti da trattare e che i cittadini della Vallata del Tronto sono esasperati per una situazione, che sta diventando sempre più insostenibile.
Maria Grazia Lappa