Riavvicinamento negato, continua la battaglia in tribunale

La tensione cresce tra la direzione dell'Ast di Ascoli e i dipendenti che lottano per i propri diritti tramite vertenze sindacali e ricorsi giudiziari. Il caso più recente riguarda una madre che ha ottenuto il diritto al riavvicinamento alla propria residenza nonostante il diniego dell'azienda, con quest'ultima che si oppone al verdetto del tribunale di Ancona.

Riavvicinamento negato, continua la battaglia in tribunale

La tensione cresce tra la direzione dell'Ast di Ascoli e i dipendenti che lottano per i propri diritti tramite vertenze sindacali e ricorsi giudiziari. Il caso più recente riguarda una madre che ha ottenuto il diritto al riavvicinamento alla propria residenza nonostante il diniego dell'azienda, con quest'ultima che si oppone al verdetto del tribunale di Ancona.

Situazione sempre più tesa tra la direzione dell’Ast di Ascoli ed i dipendenti che, per il riconoscimento dei loro diritti, sono da mesi costretti ad instaurare vertenze sindacali o ricorrere alla magistratura, depositando specifici ricorsi. L’ultimo caso è quello di una lavoratrice dipendente la quale, ai sensi dell’articolo 42 bis del decreto legislativo 151 del 2001, aveva chiesto il riavvicinamento alla propria residenza in quanto madre di un figlio di età inferiore ai tre anni. La donna, però, aveva ricevuto il diniego da parte della stessa Ast picena. Il tribunale di Ancona, però, ha riconosciuto tale diritto alla dipendente condannando addirittura l’azienda sanitaria territoriale a pagare le spese del procedimento. "L’Ast, perpetrando nella sua iniziativa di contrapposizione – spiega Giorgio Cipollini (foto), segretario Cisl Fp –, ha però deciso di opporsi al giudizio del tribunale anconetano depositando il ‘reclamo’ e affidando addirittura la propria difesa ad un legale esterno anziché utilizzare il professionista presente nell’ente. Il tutto a carico dei contribuenti".