"Carissimi professionisti della Breast Unit dell’Area vasta 4 e 5, questa lettera aperta è scritta non dalla presidente dello Iom, ma da una semplice paziente". Inizia così la lunga missiva che la presidente della onlus ascolana, Ludovica Teodori, ha deciso di scrivere ai medici e ai sanitari che a vario titolo operano nel Centro di senologia multidisciplinare, ovvero il percorso di diagnosi, cura e riabilitazione psicofisica che le donne con carcinoma mammario hanno la possibilità di seguire una volta diagnosticato loro il cancro al seno. La Breast Unit è stata attivata nell’Area vasta 5 nel 2018 e lo Iom, associazione di volontariato che si occupa da oltre 25 anni di assistenza domiciliare gratuita ai malati oncologici e sostegno alle famiglie, ne è un po’ il cuore pulsante nel suo impegno giornaliero di coordinamento e supporto all’attività di segreteria. La lettera della Teodori, che a causa di una diagnosi di recidiva al seno ha sperimentato sulla propria pelle l’attività della Breast Unit dell’Area vasta 5, vuole essere non solo un ringraziamento ai professionisti che vi lavorano, ma anche un incitamento alle donne che dovessero trovarsi nella sua stessa condizione ad affidarsi a loro, senza la necessità di dover affrontare i cosiddetti viaggi della speranza, perché si troverebbero in buonissime mani.
"A novembre scorso – si legge nella lettera della Teodori – sono entrata nel percorso della Breast Unit con una diagnosi di recidiva al seno. Fin da subito sono stata accolta, seguita e sostenuta non solo con grande professionalità, ma con profonda umanità. Tempestivamente mi avete organizzato tutti gli esami necessari e nel giro di breve tempo sono stata operata e poi presa in carico dall’oncologia. Una donna che si trova ad affrontare una tale esperienza è sottoposta a una valanga di emozioni: paura, disorientamento, senso di solitudine. Ecco, io non mi sono mai sentita sola. Mi avete seguita in ogni singolo passo di questa esperienza che sconvolge, non solo la vita della donna, ma anche di chi le sta accanto. Con pazienza e chiarezza avete fugato dubbi a me e alla mia famiglia e con infinita disponibilità mi avete accompagnata in questo difficile percorso. Essere curata nel luogo in cui si vive, senza dover fare i cosiddetti viaggi della speranza, è davvero una grandissima opportunità, non solo per la paziente che non è soggetta ad ulteriori stress emotivi, fisici ed economici, ma anche per la sanità pubblica che in questo modo evita il rimborso delle spese mediche. Mi è sembrato necessario, soprattutto in questo momento storico così complesso, dare la mia testimonianza, per far sapere che nel nostro territorio esiste un’eccellenza della sanità della quale tutti dovrebbero esserne a conoscenza per poter meglio scegliere quale percorso intraprendere. Grazie a tutti voi".
Lorenza Cappelli