Ragazze nel pallone. Ester, portiere della Samb:: "Sfidiamo i pregiudizi"

Ha 23 anni e difende i colori rossoblù: "L’amore per questo sport me l’ha trasmesso mio padre. Non ho mai mollato nonostante gli infortuni".

Ragazze nel pallone. Ester, portiere della Samb:: "Sfidiamo i pregiudizi"

Ha 23 anni e difende i colori rossoblù: "L’amore per questo sport me l’ha trasmesso mio padre. Non ho mai mollato nonostante gli infortuni".

Due squadre, assolutamente più che competitive, nel campionato di Eccellenza: Ascoli e Samb. Il Piceno si è guadagnato una posizione privilegiata anche nel calcio femminile, con le due formazioni ‘in rossa’ che militano nello stesso torneo e che stanno facendo sognare le proprie tifoserie. L’Ascoli, che nella scorsa stagione aveva conquistato l’accesso alla Serie C nazionale in quanto finalista di Coppa Italia, anche se poi la società ha deciso di fare un passo indietro e ripartire dall’Eccellenza, ha già vinto le prime tre partite di campionato e guida la classifica a punteggio pieno. Il club bianconero ha anche le formazioni, sempre femminili, Under 17, Under 15 e Under 12. La Samb, invece, in Eccellenza ha vinto due partite su tre e insegue le bianconere a tre punti di distanza. Il derby di andata si giocherà il 5 gennaio alle 15, in casa rossoblù. A proposito di Samb, in questa prima parte di stagione a mettersi in luce è stata il portiere Ester Sbranchella, 23enne.

Ester, ci tolga una curiosità: cosa spinge una ragazza a dedicarsi al calcio, disciplina che per le donne è diventata professionistica solo due anni fa?

"L’amore per questo sport. Non esiste altro che ti motiva, ogni giorno, ad allenarti e fare sacrifici. A me, ad esempio, la passione per il pallone è stata trasmessa da mio padre, Ponziano, che ha anche avuto una buona carriera in Serie C. Però devo ammettere che per noi ragazze non è stato semplice coltivare la nostra passione".

In che senso? Lei che difficoltà ha avuto?

"Ho cominciato a giocare quando avevo dieci anni, circa. Però all’epoca non era semplice trovare una società che fosse aperta anche al calcio femminile. Ce n’erano poche, nel centro Italia, e bisognava spostarsi. Per una bambina, questo, non era sempre possibile. Quindi molte preferivano lasciar perdere. Per quanto mi riguarda, ad esempio, sono stati fondamentali i miei genitori, che mi hanno sempre accompagnata agli allenamenti e mi hanno consentito di andare avanti. Fino a sedici anni mi allenavo con la formazione maschile della Santegidiese, perché ero l’unica femmina. Poi, per fortuna, altre ragazze si sono appassionate e venne creata la formazione femminile".

Poi come è finita alla Samb e soprattutto perché ha scelto il ruolo del portiere?

"A 17 anni iniziai a giocare in questo club, ance se mi ruppi subito il ginocchio. Però, anche lì, non ho mai mollato e ho sempre proseguito nel coltivare la mia passione per il calcio. La perseveranza, in questo sport, è fondamentale. Sul ruolo, che dire, mi piace quel senso di responsabilità che puoi provare solo facendo il portiere. I miei idoli? Sono milanista: quindi Abbiati e Donnarumma".

Che consiglio dà alle ragazze che amano il calcio e che ci vogliono provare?

"Un consiglio? Posso solo dire che nella vita si deve seguire la propria passione. Costi quel che costi, sfidando ogni forma di pregiudizio".

Matteo Porfiri