Il Circolo Legambiente "Lu Cucale" di San Benedetto interviene sul problema degli incendi boschivi: "Servono prevenzione e misure efficaci per tutelare il nostro capitale naturale attaccato da piromani e sottoposto agli effetti negativi dei cambiamenti climatici". Oltre agli effetti dell’emergenza climatica che stiamo vivendo e che ha reso i boschi più fragili e meno resilienti, il nostro patrimonio naturalistico deve fare i conti con la mancata prevenzione del territorio e una organizzazione del sistema di intervento da migliorare. Mancano piani di prevenzione e di emergenza a scala locale, e nei piani sono ancora poco utilizzati gli interventi di autoprotezione che aiuterebbero di più gli operatori Aib (volontari di protezione civile) negli interventi di spegnimento.
"Da questo punto di vista è evidente come la riforma Madia che ha trasferito le competenze sugli incendi boschivi ai Vigili del Fuoco esautorando di fatto l’ex Corpo forestale dello Stato da questa storica attività non abbia funzionato – sostengono gli ambientalisti sambedenedettesi – e quest’anno a nulla sono valse le raccomandazioni fatte alle Regioni di anticipare la stagione antincendio boschivo, iniziata il 15 giugno, ma che doveva incominciare anche prima per tenere conto del periodo di lockdown che ha creato condizioni favorevoli all’innesco degli incendi, anche a causa della bassa siccità del periodo".
"Non dimentichiamo che l’Italia è tra i Paesi del Mediterraneo che più soffrono degli effetti del cambiamento climatico e della conseguente perdita di biodiversità". La denuncia di Legambiente è finalizzata a tutelare il nostro patrimonio verde: "Gli incendi che stanno devastando il nostro patrimonio forestale sono la prova che l’azione congiunta degli incendiari e degli effetti del cambiamento climatico creano un circolo vizioso in cui l’aumento delle temperature e la conseguente alterazione delle precipitazioni aggravano le conseguenze della siccità sulle foreste, che risultano meno resilienti e meno capaci di fornire risposte efficaci a queste continue sollecitazioni, con l’aggravio ulteriore della mano sempre attiva dei piromani. Sebbene la prevenzione rimanga sempre l’unica arma a disposizione contro gli incendi e i danni alle foreste che assorbono e trattengono carbonio e svolgono una funzione importante per mitigare gli effetti del cambiamento climatico, occorre fare di più per migliorare la resilienza degli ecosistemi forestali e aumentare la loro capacità di rispondere alle sollecitazioni dei rischi naturali a cui sono sottoposti a partire dagli incendi ma senza dimenticare gli effetti dei patogeni o degli eventi estremi come la tempesta Vaia".
Vittorio Bellagamba