Ci sono sempre più senza tetto in città che cercano un bivacco in luoghi più o meno riparati. Il porticato della casetta dell’ex camping, sul lungomare di San Benedetto, offre un rifugio pressoché sicuro dalle intemperie, lontano da occhi indiscreti, ma i cittadini chiedono maggiori controlli. "Ho assistito a una scena che non mi è piaciuta per nulla – ci comunica un cittadino che poi ha fotografato il giaciglio –. Quando mi ha visto passare nelle vicinanze quell’uomo mi è venuto quasi incontro mimando tecniche di karate. Non mi sono impressionato più di tanto perché so benissimo come difendermi. Nella panchina di fronte, di fianco al camminamento, c’erano un paio di ragazzine che stavano per essere importunate e che si sono allontanate in tutta fretta. Ora ben venga l’accoglienza alle persone meno fortunate, ci mancherebbe, ma di fronte a personaggi che possono rappresentare un eventuale rischio per la sicurezza della gente qualcosa va fa fatto per evitare di doversene pentire in seguito".
Il fenomeno dei bivacchi nei centri urbani e nelle immediate periferie, purtroppo, è presente in tutte le città e San Benedetto non fa eccezione.
Sono stati scoperti ’dormitori’ improvvisati nelle pinete, sulle spiagge, sotto i pontini, in vecchi opifici anche pericolanti, nei porticati e perfino dentro i box delle pompe di sollevamento delle acque piovane. Le istituzioni cercano di fare quanto nelle loro possibilità, ma ci sono clochard che rifiutano di essere aiutati perché vivere in strada e dormire in luoghi di fortuna è la loro scelta di vita. Tornando alla sicurezza, il nostro interlocutore evidenzia come sul lungomare sud sia in aumento il numero dei lampioni dell’illuminazione pubblica che non funzionano e che lasciano ampie zone al buio sulla pista ciclabile e sulla passeggiata a mare.
Marcello Iezzi