Nel tribunale di Ascoli l’altro ieri è iniziato il processo che vede imputate sei persone tra cui il noto rapper Shiva (Andrea Arrigoni) 25 anni di Milano. Il giovane artista rimase coinvolto in una violenta rissa accaduta il 30 agosto scorso nel centro di San Benedetto. In quella circostanza si scontrarono due gruppi di giovani, uno formato da ragazzi provenienti dalla Lombardia e l’altro di giovani locali. Volarono calci e pugni ma poi spuntò anche un coltello. Secondo le ricostruzioni, Shiva avrebbe colpito con il coltello due sambenedettesi, uno ferito alla schiena e l’altro alla testa. Tra le accuse mosse nei confronti del rapper figura anche quella di rapina aggravata.
L’accusa sostiene che l’azione sia stata compiuta in concorso tra più persone e con l’uso del coltello, aggravando ulteriormente la posizione dei coinvolti.
Shiva, già noto come figura pubblica nel panorama musicale italiano, finì sotto i riflettori anche a causa di ulteriori guai con la giustizia. Pochi giorni dopo l’episodio di San Benedetto, il rapper rimase coinvolto in una sparatoria a Milano, che lo portò in carcere.
La prima udienza del processo è stata aggiornata. I legali delle due parti, Daniele Barelli per Shiva e Maurizio Cacaci per i sambenedettesi coinvolti, hanno chiesto alla giudice Barbara Caponetti, alla presenza del pubblico ministero Cinzia Piccioni, un rinvio dell’udienza al fine di valutare un eventuale risarcimento dei danni da parte di Shiva nei confronti delle persone offese. Il caso coinvolge sette persone: sei imputati, tra cui Shiva, un 21enne di Brescia, due milanesi di 26 e 46 anni, e due sambenedettesi, rispettivamente di 28 e 22 anni. Vi sarebbe anche una settima persona coinvolta, si tratterebbe di un ragazzo di 27 anni di San Benedetto, ferita durante la rissa, ma non figura tra gli imputati.
Marcello Iezzi