"Il futuro del territorio è il lavoro, Comunanza non si chiude". Recitava così, ieri, uno dei tanti striscioni mostrati nel corteo organizzato dalle sigle sindacali per manifestare contro l’annuncio della Beko di chiudere, a fine 2025, lo stabilimento Piceno. Oltre 300 i posti a rischio, senza considerare le drammatiche conseguenze che tale decisione, assunta dalla multinazionale, avrebbe anche sull’indotto.
Tantissimi i partecipanti alla protesta tra lavoratori, sindacati ed esponenti politici: tutti uniti, facendo fronte comune, per far sentire la propria voce in vista del tavolo al Ministero previsto per martedì. Il corteo, partito dalla fabbrica di Villa Pera, è arrivato sotto al Comune dopo aver attraversato le vie del paese. Presenti, ovviamente, anche molti lavoratori degli stabilimenti di Fabriano e Siena, visto che anche lì sono previsti stravolgimenti.
Una protesta pacifica, come tutte quelle messe in atto fino ad ora, utile a lanciare di nuovo un grido d’allarme e un appello ai vertici della multinazionale affinchè facciano un passo indietro. "Dobbiamo continuare a lottare e venderemo cara la pelle. Non stiamo difendendo solo i posti di lavoro, ma un intero territorio – ha spiegato Gianni Lanciotti, della Rsu Fiom Cgil -. La situazione è terribile e non vediamo, onestamente, grossi spiragli. Ma faremo di tutto affinchè le cose possano cambiare. Speriamo che arrivino buone notizie dal vertice di martedì".
Presente, al corteo, anche l’ex sindaco di Pesaro ed europarlamentare Matteo Ricci. "Dobbiamo essere uniti e determinati – ha sottolineato quest’ultimo -. Il Governo eserciti davvero il Golden Power, in Europa abbiamo già presentato un’interrogazione e chiederemo, insieme ad altri parlamentari, un incontro con i commissari europei Séjourné e Minzatu. Comunanza non si chiude".
A protestare anche l’onorevole Augusto Curti, deputato del Pd ed ex sindaco di Force, così come Anna Casini, consigliera regionale del Partito Democratico. "La chiusura della Beko è un problema per tutte le Marche, che avevano nel bianco e nella carta di Fabriano un fiore all’occhiello – ha ribadito la Casini –. Stiamo perdendo pezzi di ‘Made in Italy’ importanti e il ministro deve rendersene conto. Tra l’altro, sono in ballo tanti posti di lavoro e bisogna intervenire".
In corteo anche l’assessore regionale Andrea Maria Antonini. "E’ importante che non diminuisca l’attenzione nei confronti della Beko e l’incontro pubblico organizzato dal sindaco Sacconi, lunedì scorso, è stato fondamentale per compattare un territorio, dai lavoratori alle istituzioni e tutti quello che non vogliono la chiusura dello stabilimento – ha spiegato Antonini –. Si tratterebbe, infatti, di una ferita che non si rimarginerà mai".