REDAZIONE ASCOLI

Pronto soccorso veterinario: "Gli animali vanno a Matelica, serve un servizio nel Piceno"

Le richieste delle associazioni del territorio: "Attendiamo una risposta da anni, costi troppo alti"

Al momento gli animali vengono trasferiti dalla ditta incaricata del loro recupero ad Offida, poi vanno alla clinica dell’Università di Camerino a Matelica

Al momento gli animali vengono trasferiti dalla ditta incaricata del loro recupero ad Offida, poi vanno alla clinica dell’Università di Camerino a Matelica

"Il servizio di pronto soccorso veterinario, che deve essere garantito immediatamente a cani e gatti feriti e/o malati segnalati dai cittadini deve essere esternalizzato, ovvero affidato in convenzione a strutture, ambulatori e/o cliniche veterinarie del territorio della provincia di Ascoli". E’ quanto chiedono al Servizio Veterinario dell’Ast di Ascoli le associazioni del territorio, Appa, Enpa, Legambiente, Amico Fedele, Amici di Fido, Lega per La Difesa Del Cane, Lac, Era Ambiente. "Una richiesta – ricordano le associazioni – già avanzata nell’ottobre 2018, reiterata nel 2020, poco prima che esplodesse l’emergenza Covid, e rimasta del tutto inascoltata. A tali richieste infatti – lamentano - non è mai stata fornita neppure una risposta di rifiuto. Cadute semplicemente nel vuoto". Al momento gli animali vengono trasferiti dalla ditta incaricata del loro recupero ad Offida, nel canile multizonale; i cani in piccoli box all’aperto, i gatti in gabbie in un minuscolo locale annesso, dove attendono, anche giorni, di essere trasferiti, a seconda della disponibilità del personale, fino alla clinica veterinaria dell’Università di Camerino, ubicata a Matelica, a due ore da Ascoli, ad un’ora e mezza da Offida, per esami anche ordinari, come lastre o ecografie e/o qualsiasi intervento diverso dalla semplice sterilizzazione chirurgica. "I costi del servizio organizzato in questo modo dovranno essere accertati, ma è certo che ammontano a cifre rilevanti" sostengono le associazioni. Tanti costi per un servizio che le associazioni del territorio giudicano assolutamente non rispondente alle necessità del territorio e alle previsioni della vigente normativa a tutela degli animali d’affezione e che ora chiedono con forza ed unite di ripensare completamente.