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Processo finito con una doppia assoluzione

Il giudice assolve gli ufficiali dell'Aeronautica militare dall'accusa di omicidio colposo per l'incidente aereo del 2014. La collisione tra due Tornado fu causata da fattori casuali e mancanza di informazioni, senza negligenze da parte degli equipaggi.

Il giudice assolve gli ufficiali dell'Aeronautica militare dall'accusa di omicidio colposo per l'incidente aereo del 2014. La collisione tra due Tornado fu causata da fattori casuali e mancanza di informazioni, senza negligenze da parte degli equipaggi.

Il giudice assolve gli ufficiali dell'Aeronautica militare dall'accusa di omicidio colposo per l'incidente aereo del 2014. La collisione tra due Tornado fu causata da fattori casuali e mancanza di informazioni, senza negligenze da parte degli equipaggi.

Fu un caso fortuito a provocare l’incidente tra i due aerei militari Tornado, avvenuto nei cieli piceni il 19 agosto 2014, nel corso di un’esercitazione, e nel quale persero la vita i quattro componenti degli equipaggi: Alessandro Dotto, Giuseppe Palminteri, Mariangela Valentini e Paolo Piero Franzese. Lo scrive il giudice Matteo Di Battista nelle motivazioni della sentenza con cui, lo scorso primo dicembre, ha assolto gli ufficiali dell’Aeronautica militare Bruno Di Tora e Fabio Saccottelli dalle accuse di omicidio colposo e disastro aviatorio. Secondo il giudice, le carenze informative nelle fasi di pianificazione e di briefing, su cui si basava l’accusa, "non sono state dimostrate oltre ogni ragionevole dubbio". La collisione avvenne in seguito all’abbassamento di quota da parte dell’equipaggio dell’aereo Freccia 21, che finì per schiantarsi contro il Freccia 11. Ma anche da parte dell’equipaggio del Freccia 21, composto dai capitani Valentini e Franzese, il giudice non riscontra negligenze. "Una manovra perfettamente legittima – scrive Di Battista nella sentenza –, operata nella convinzione, purtroppo rivelatasi errata per una serie di fattori casuali, che Freccia 11 avesse già attraversato quello spazio aereo". A provocare l’incidente, secondo la sentenza, la concomitanza di una serie di fattori, tra cui la posizione del sole e delle nuvole, che impedirono agli equipaggi una valutazione visiva di quanto stava accadendo. Una "tragica concatenazione – conclude il giudice – da cui l’Aeronautica Militare ha saputo e saprà trarre i giusti insegnamenti per mitigare ulteriormente il rischio, comunque ineliminabile in toto". Con l’assoluzione dei due imputati, dunque, dopo nove anni e mezzo era stata posta la parola fine all’intera vicenda.

m.p.