Ieri mattina San Benedetto ha reso omaggio alle vittime del mare con la cerimonia de L’Approdo Negato che, quest’anno, si è tenuta all’interno del Museo del Mare. Tradizionalmente organizzato sulla Banchina Malfizia, da dove ogni anno parte un corteo verso il molo nord per la deposizione di corone commemorative, l’evento è stato spostato al coperto a causa del maltempo. L’anniversario della tragedia del motopeschereccio Rodi, avvenuta 54 anni fa alla foce del Tronto, è una data simbolica per la comunità sambenedettese. Non solo per ricordare quel naufragio che spezzò vite e cuori, ma anche per commemorare tutti coloro che hanno trovato la morte in mare, svolgendo il proprio lavoro.
A fare gli onori di casa è stato il sindaco Antonio Spazzafumo, affiancato dalla comandante della Capitaneria di Porto, Alessandra Di Maglio, dall’onorevole Giorgio Fede e dal vescovo Gianpiero Palmieri. La cerimonia ha riunito cittadini, autorità e rappresentanti della marineria locale, rafforzando il senso di comunità e memoria collettiva. "La giornata del 23 dicembre è molto importante per la comunità di San Benedetto – ha dichiarato la comandante Di Maglio – perché ricordiamo il tragico anniversario del Rodi, ma anche tutte le persone che hanno trovato la morte in mare". Il sindaco Spazzafumo ha poi sottolineato il peso che il mare ha sempre avuto nella storia cittadina: "Ricordo quello che accadde quando si verificò la tragedia del Rodi e le conseguenze che la città visse nei giorni successivi. Ma oggi si ricordano anche tutti quei marinai che hanno perso la vita in mare, nell’adempimento del proprio dovere. Sono momenti molto difficili e ogni anno è giusto essere qui per ricordare queste persone e il loro sacrificio".
Dopo la tradizionale deposizione delle corone, il tempo della cerimonia è stato scandito dagli interventi dei vertici del Circolo dei Sambenedettesi, rappresentato da Giancarlo Brandimarti, e dal presidente dell’associazione, Gino Troli. "Il nostro Circolo, fin dal 2007, quando questa cerimonia è stata istituita, ha sempre partecipato a queste manifestazioni – ha affermato Troli – per ricordare quei sambenedettesi che hanno visto la loro vita strappata dal mare per svolgere nient’altro che il proprio lavoro. Che esista la morte sul lavoro ancora oggi e che sia una piaga sociale che nessuno ha debellato è cronaca anche di questi ultimi mesi. Ma che nel mondo marinaro questa sia un pericolo costante è una verità altrettanto sacrosanta".
Emidio Lattanzi