REDAZIONE ASCOLI

Ponte chiuso, territori divisi. Si aspetta la sovrintendenza

Si cerca una soluzione alternativa se l’infrastruttura non dovesse essere demolita

Si cerca una soluzione alternativa se l’infrastruttura non dovesse essere demolita

Si cerca una soluzione alternativa se l’infrastruttura non dovesse essere demolita

Mentre la politica dibatte il ponte dimenticato resta lì, imponente e indifferente. Un ponte che divide due Regioni: Marche e Abruzzo, due Province: Ascoli e Teramo e due comuni Ascoli e Ancarano. Ognuno dice la sua, improvvisamente tutti hanno titolo per dire qualcosa. Qualche decennio fa dalle nostre colonne cominciammo a scrivere sulla sicurezza del ponte, ce lo chiedevano i cittadini, che ci facevano osservare, che la situazione era pericolosa, soprattutto dopo un grave incidente. Un’auto rischiò di sfondare la balaustra e di tutta risposta sistemarono dei new jersey in cemento, in nome della sicurezza, che compromisero pesantemente la situazione, restringendo significativamente le due carreggiate del ponte. Per anni abbiamo continuato a scrivere, documentando tutto con materiale fotografico e chiedendo anche la sistemazione dell’asfalto, che in alcuni periodi dell’anno era ridotto ad un colabrodo. Tempo per fare qualcosa c’è stato, adesso i cittadini sono indignati perché sul ponte si poteva intervenire già prima, si sapeva che c’era un’emergenza, che c’era da mettere mano su quella struttura. Adesso tutto è concentrato sul parere della Sovrintendenza, che sarà determinante.

Se il vecchio ponte in mattoni non potrà essere demolito, perché di interesse storico, allora sarà necessario trovare un’alternativa e nel più breve tempo possibile. Non ci voleva la chiusura per capire che il ponte sul Tronto è un snodo fondamentale, non solo perché c’è un importante svincolo del raccordo autostradale, dove tra l’altro insistono tre centri commerciali, ma anche per i comuni di Ascoli, Ancarano e Castel di Lama e per tutti i comuni vicini, ma soprattutto per la zona industriale. I cittadini pragmaticamente pensano che non è tempo per le stucchevoli polemiche politiche, è il momento di intervenire, non solo sul ponte, ma anche sui sottopassi, dove da anni si pone l’accento, perché bastano poche gocce d’acqua per allagarsi, perché alcuni furgoni sono rimasti incastrati e perché spesso si sono mostrati inadeguati a rispondere alle esigenze del traffico del territorio.

Maria Grazia Lappa