San Benedetto si è distinta nel panorama italiano per il suo impegno contro i rifiuti in mare. Grazie alla collaborazione dei pescatori locali, negli ultimi anni è stata portata avanti una vera e propria battaglia per ripulire le acque, affrontando non poche difficoltà. Tra i protagonisti di questa iniziativa c’è Pietro Ricci, un veterano della marineria sambenedettese, che racconta l’esperienza in prima persona.
Ricci, qual è la situazione oggi rispetto a qualche anno fa, quando avete iniziato a pescare i rifiuti?
"Fortunatamente, rispetto agli inizi, la situazione vicino alla costa è migliorata. Grazie a quell’impegno collettivo che coinvolse tanti pescherecci sottocosta, molti rifiuti sono stati rimossi. Adesso nelle zone più vicine alla riva i rifiuti sono quasi spariti. Purtroppo, però, al largo c’è ancora molto da fare. Lì c’è un ricambio costante: alcuni rifiuti che avevamo tolto vengono sostituiti da altri, spesso portati dalle grandi navi che attraversano l’Adriatico".
Quindi è dalle grandi navi che arrivano molti dei rifiuti che trovate in mare?
"Sì, si tratta spesso di navi con equipaggi stranieri, provenienti da Paesi lontani. Evidentemente, in alcune parti del mondo manca la stessa cultura del rispetto per il mare che abbiamo qui. Ancora oggi ci capita di pescare oggetti di ogni tipo: plastica, reti abbandonate, perfino elettrodomestici. È un lavoro che non dovrebbe spettare a noi, ma ci sentiamo in dovere di farlo".
C’era un paradosso nella gestione di questi rifiuti: portandoli a terra rischiavate di pagare per smaltirli. È cambiato qualcosa?
"È vero, all’inizio c’era questa assurdità: pescare rifiuti dal mare e portarli a terra equivaleva a produrre rifiuti. Chi li riportava in porto doveva pagare, e questo scoraggiava molti. L’iniziativa di San Benedetto è servita proprio per sensibilizzare su questo problema. Grazie a quel lavoro è stato possibile avviare un cambiamento, e ora si parla di un decreto che potrebbe presto diventare legge. Sarebbe una vittoria per tutti".
Oltre ai rifiuti provenienti dalle navi, quali altri problemi riscontrate?
"Più vicino alla costa, soprattutto dopo le mareggiate o i giorni di maltempo, ci imbattiamo spesso in tronchi, rami e altri detriti naturali. Sono materiali trascinati in mare dai fiumi. Questo ci fa capire che anche a terra c’è molto da fare: bisogna tenere puliti i letti dei corsi d’acqua, perché tutto ciò che viene trasportato dai fiumi finisce inevitabilmente in mare".
Nonostante le difficoltà, continuate a pescare e a ripulire il mare. Cosa vi motiva a proseguire?
"Per noi il mare è tutto: è lavoro, vita e futuro. Non possiamo girarci dall’altra parte. Ogni giorno, mentre peschiamo, facciamo la nostra parte per mantenerlo pulito. Il mare ci ha sempre dato tanto, ed è nostro dovere proteggerlo, per noi e per chi verrà dopo di noi".
Emidio Lattanzi