Pino Quartullo racconta ’La storia di Francesco’

"La sua vita è la narrazione dell’amore per eccellezza, lui entra in crisi, mette in dubbio e vuole risposte, come noi quando siamo innamorati".

Pino Quartullo racconta ’La storia di Francesco’

Pino Quartullo racconta ’La storia di Francesco’

È la storia d’amore più grande di tutti i tempi, proposta in un luogo suggestivo, il sagrato della Cattedrale di Fermo. Va in scena il 5 luglio alle 21 lo spettacolo ‘La storia di Francesco’. Le parole e le emozioni ce le ha messe Pino Quartullo, attore, regista, doppiatore, in questo caso anche drammaturgo, che ha messo in piedi un progetto speciale per il Ministero della Cultura. Un’idea che è anche un doveroso richiamo di spiritualità e di bellezza, perché raccontare gli ultimi giorni di San Francesco?

"Perché è davvero la storia d’amore per eccellenza, il santo entra in crisi e va a rifugiarsi in un eremo, con la sua cerchia più intima di frati, molto preoccupati per lui. Cerca di ritrovare il suo rapporto con Dio, lotta con sé stesso, in cerca di un nuovo senso. Per la prima volta mette in dubbio il suo cammino, e anche santa Chiara cerca di aiutarlo. Vuole risposte, come facciamo noi quando amiamo e non siamo sicuri. Per questo parlo di una storia d’amore".

Il sagrato di una cattedrale è il luogo ideale.

"In realtà ci sarebbe servito un eremo, per parlare anche del suo amore per la natura, per i luoghi scomodi e umili, per il suo rapporto col cielo e con la terra. È davvero un viaggio affascinante che abbiamo compiuto con rispetto ed emozione. La bellezza dei monumenti e la storia intrinseca degli spazi selezionati diventano parte integrante della performance, contribuendo a preservare e celebrare la ricchezza di San Francesco e del suo contesto storico". Nel cast attori giovanissimi e talentuosi, adatti fin dall’aspetto a interpretare il santo e i suoi, Chiara e tutti gli altri: "San Francesco è Francesco Tortorella, bravissimo ma anche fisicamente perfetto nel ruolo, magrissimo, con un volto intenso e quasi angelico. È l’ideale per raccontare una figura così forte, piena di umane contraddizioni ma saldissima nella fede. E poi Chiara, Rachele Sarti, quando le ho detto che sarebbe stata lei la mia santa ha pianto, era il ruolo che sognava da tutta la vita. Ogni personaggio è perfetto, come padre Pietro, il fermano Francesco Trasatti che è un po’ più grande degli altri ma ben calato nel ruolo. Ci auguriamo che la storia di Francesco, oltreché un avvincente spettacolo teatrale, possa rappresentare una lezione di vita, un esempio di purezza, in cui ognuno possa riconoscersi protagonista nella dura lotta giornaliera per proteggere i propri ideali".

Angelica Malvatani