C’è grande attesa per la prima serata della 22esima edizione del FestivaLiszt di Grottammare, quest’anno diretto dal giovane Giuseppe Paci, poiché si torna a suonare nella Chiesa di Santa Lucia, perfettamente ristrutturata, dopo i danni che furono causati dal terremoto del 2016. Una Chiesa, legata a Giuseppe Peretti (Papa Sisto V) che ha una particolare acustica, adatta per questo genere di manifestazioni. Il primo a esibirsi sarà il direttore scientifico del Festival, il maestro Pierre Reach.
Maestro che emozione si appresta a vivere tornando a suonare nella Chiesa di Santa Lucia?
"Per me è una grande emozione. Ho suonato qui i primi anni del festival. Ho un rapporto speciale con Rita Virgili e la sorella Francesca, Federico Paci, il figlio Giuseppe, ma anche con tutto il pubblico con cui negli anni è sorta una complicità speciale".
Il Festival di Grottammare è indirizzato sempre più verso i giovani, crede sia la strada giusta?
"E’ molto importante e noi abbiamo la responsabilità di trasmettere l’amore per la musica ai giovani che la suonano e ai giovani che la ascoltano. I giovani che vengono oggi a Grottammare per suonare, saranno i grandi interpreti di domani. Ho avuto nella mia vita molti allievi e sono felice di aver potuto dare loro l’amore per la musica. La musica è emozione, è amore e dovrebbe compensare questi brutti momenti che stiamo attraversando".
Che cosa proporrà mercoledì sera?
"Oltre ad essere un grande compositore, Liszt aveva una grande ammirazione per Beethowen, Brahms, Schubert. Mi pare importante far ascoltare al pubblico di Grottammare anche altre musiche, non solo quelle di Liszt. Insieme con Giuseppe Paci, grande clarinettista, proporremo Franz Schubert, poi al pianoforte eseguirò Brahms e Beethoven".
I cambiamenti proposti fanno bene al Festival?
"Si perché la direzione affidata a Giuseppe consente di far rimanere il Festival nelle mani della famiglia Paci, persone meravigliose che hanno un grande amore per la musica di Liszt. Quando i cambiamenti avvengono dentro la famiglia Virgili e Paci va sempre bene. Concludo dicendo che la città di Grottammare è meravigliosa come la sua gente. Non vedo l’ora di arrivare".
Marcello Iezzi