Piani Arquata, il Tar prende tempo

Sentite le parti ma la decisione arriverà tra qualche giorno. Le associazioni: "Non bloccate la ricostruzione"

Piani Arquata, il Tar prende tempo

Piani Arquata, il Tar prende tempo

"Arquata vuole vivere, gli arquatani chiedono di non bloccare la ricostruzione". Questo hanno scritto 11 associazioni del territorio di Arquata del Tronto nate dopo il terremoto del 2016, in vista dell’appuntamento di ieri ad Ancona quando il Tar delle Marche ha preso in esame, entrando nel merito, i ricorsi di alcuni privati contro i Piani Urbanistici Attuativi, ai quali è affidata la speranza di ricostruzione e di rinascita dei sette borghi di Arquata più distrutti dal sisma. Lo scorso 8 marzo il Tar delle Marche ha negato la sospensiva chiesta da tre residenti della frazione di Piedilama che si opponevano ad alcuni passaggi dei piani urbanistici attuativi approvati dal comune a dicembre 2022, in particolare a quello che prevede la delocalizzazione nel territorio della loro frazione di alcuni residenti di Pescara del Tronto, completamente distrutta dal sisma. Il Consiglio comunale di Arquata aveva approvato all’unanimità l’adozione i Piani urbanistici attuativi (Pua) delle aree perimetrate a seguito degli eventi sismici del 24 agosto e 30 ottobre 2016, vale a dire Arquata capoluogo e le frazioni di Pretare, Piedilama, Vezzano, Pescara del Tronto, Tufo e Capodacqua. La spesa prevista è di 80 milioni di euro.

Dopo aver negato la sospensiva ai ricorrenti (il Comune di Arquata si era costituito come parte resistente), ieri mattina il Tribuna amministrativo regionale ha affrontato la causa, sentito le parti e poi si è riservato la decisione per la quale occorreranno alcuni giorni. Le associazioni di proprietari e di volontariato del territorio attendono con fiducia la decisione del Tar, auspicano che "i ricorsi siano respinti" e ricordano che "l’approvazione dei Pua, avvenuta nello scorso dicembre, ha coronato un lungo, laborioso e accurato iter, al quale le popolazioni interessate hanno dato costantemente il loro contributo attraverso le associazioni che le rappresentano". Centinaia di persone ancora nelle Soluzioni abitative di emergenza (Sae) e una comunità che vive in condizioni difficilissime ed emergenziali dal 24 agosto del 2016 aspettano che anche "gli ultimi e pretestuosi ostacoli siano rimossi e che non sia vanificato quanto fino a oggi è stato fatto per dare futuro e vita a un territorio duramente colpito". "In una vicenda lunga e complessa come quella della ricostruzione post-sisma, sarebbe paradossale non privilegiare il bene comune in nome di particolarismi incomprensibili" concludono le associazioni arquatane.

Peppe Ercoli