Pedopornografia su internet. Scambio di foto e video, perquisizione per un ascolano

Procura di Bari, Direzione distrettuale antimafia di Ancona e Procura di Ascoli in azione. I poliziotti si sono presentati a casa dell’uomo per sequestrare il suo telefonino. .

Pedopornografia su internet. Scambio di foto e video, perquisizione per un ascolano

Pedopornografia su internet. Scambio di foto e video, perquisizione per un ascolano

Ha diramazioni anche nel Piceno l’inchiesta su un giro di materiale pedopornografico che coinvolge innanzitutto la Procura di Bari, con il coinvolgimento della Direzione distrettuale antimafia di Ancona (competente per questo tipo di reati nelle Marche) e della Procura di Ascoli. Agenti provenienti da Bari hanno perquisito l’abitazione di un ascolano sequestrando lo smartphone di quest’ultimo contenente, secondo quanto trapela, immagini di pedopornografia riguardanti soggetti di età inferiore a 10 anni. L’uomo è indagato a piede libero per possesso di materiale pedopornografico. I poliziotti si sono presentati a casa sua seguendo le tracce di scambi di video e foto contenenti immagini a sfondo sessuale con la partecipazione di minori di 10 anni. Materiale che viaggiava attraverso Telegram e che l’ascolano avrebbe ricevuto da un soggetto pugliese e che avrebbe a sua volta distribuito ad altri soggetti sulle cui tracce è ora la polizia postale. Un caso estremamente grave perché riguarda bambini veramente in tenera età. L’indagine è ancora in corso e gli investigatori cercano di ricostruire la rete di soggetti che hanno partecipato all’attività di scambio del materiale pedopornografico, ma anche di individuare chi lo ha prodotto. L’ascolano coinvolto sarebbe un insospettabile di mezza età al quale è stato notificato l’atto di indagine col contestuale sequestro del telefonino dove custodiva immagini ritraenti minori di 10 anni ripresi in atteggiamenti a sfondo sessuale. Non sarebbero invece stati sequestrati computer o tablet; evidentemente i poliziotti sapevano con certezza che il materiale che cercavano era nello smartphone dell’ascolano e non in altri apparecchi informatici. Non sono state emessi nei suoi confronti provvedimenti cautelari restrittivi della libertà personale: l’uomo è indagato a piede libero. Il reato di possesso e divulgazione di materiale pedopornografico prevede la pena da uno a cinque anni e la multa da euro 2.582 a euro 51.645. Riguarda chiunque, utilizzando qualsiasi mezzo, anche per via telematica, distribuisce, divulga, diffonde o pubblicizza il materiale pornografico con soggetti minorenni, ovvero distribuisce o divulga notizie o informazioni finalizzate all’adescamento o allo sfruttamento sessuale di minori di 18 anni. A quanto trapela l’uomo sarebbe l’unico ascolano coinvolto, almeno al momento.