Ascoli Piceno, 15 novembre 2023 – ”Che fai di bello? Mah, niente di che… Stamattina partorisco un attimo, nel pomeriggio ripasso un po’ la tesi e domattina mi laureo. E tu?". No, non è uno sketch di Checco Zalone, ma la storia, verissima, di una ragazza di Ascoli che studia(va) e vive a Roma.
Lei si chiama Benedetta, ha 31 anni, è sposata con Matteo, da domenica mattina è madre (anche) di Lavinia e da lunedì bisogna chiamarla dottoressa. Dottoressa, neanche a dirlo, in ostetricia. Benedetta, Piccioni il cognome, ora sta riposando in casa con il marito e le due bimbe (la prima, Rachele, ha 4 anni) ma in poco più di 24 ore, tra domenica e lunedì mattina, ha vissuto una centrifuga di esperienze che farebbero impallidire anche i protagonisti di ‘Una notte da leoni’.
Partiamo dalle ’27 ore clou’: ce le racconta?
"Lavinia sarebbe dovuta nascere il 26 novembre, quindi ero relativamente tranquilla. Poi ha deciso (ride ndr) di venire al mondo un po’ prima e ho dovuto adattarmi alla situazione. Ho partorito domenica mattina alle 5 e mezzo, ho cercato di riposare il più possibile e poi, lunedì mattina, alle 8:30, ero in facoltà per l’esame di abilitazione alla professione. Dopo l’abilitazione ho discusso la tesi: intorno a mezzogiorno mi sono laureata e poi sono tornata in ospedale. Ieri sono rientrata a casa".
Ha pensato di non farcela?
"No, ero determinata a portare a termine entrambe le cose. Certo, se avessi avuto difficoltà particolari non sarei andata a laurearmi, non sono incosciente. Ma è filato tutto liscio".
Il percorso che l’ha portata fino alla ‘due giorni’ da film?
"Sono nata ad Ascoli, dopo la scuola mi sono trasferita a Roma per studiare e lì ho conosciuto Matteo. Gli studi che avevo intrapreso non stavano aprendo molte porte, così ci siamo concentrati sulla famiglia: ci siamo sposati e dopo poco è nata Rachele. Lì ho capito che avrei voluto diventare ostetrica. Così, a 28 anni, mi sono iscritta alla Sapienza e, con una bimba di sette mesi, ho iniziato il mio nuovo corso di laurea.".
Rifarebbe tutto?
"Sì. Spero anzi che la mia storia faccia coraggio alle donne che magari sono impaurite dal portare avanti una gravidanza mentre studiano. Io non ho i superpoteri, ma ci sono riuscita"