GIUSEPPE ERCOLI
Cronaca

Omicidio Comunanza, il sopralluogo: tracce di sangue nel capannone

Lo spazio utilizzato dai Paradisi come abitazione conserva numerosi indizi utili per ricomporre la dinamica dei fatti. Claudio Funari, accusato di omicidio premeditato, tentato omicidio e altre aggravanti,

Claudio Funari, accusato di omicidio premeditato, tentato omicidio e altre aggravanti

Claudio Funari, accusato di omicidio premeditato, tentato omicidio e altre aggravanti

Comunanza (Ascoli), 28 gennaio 2025 – Tracce di sangue, oggetti sparpagliati e un evidente disordine nel capannone industriale di Comunanza (Ascoli Piceno) raccontano la drammatica lite avvenuta il 23 dicembre scorso, che ha portato all'uccisione di Renzo Paradisi e al ferimento grave della moglie, Maria Antonietta Giacomozzi. Il sopralluogo, durato più di due ore, ha coinvolto il procuratore Monti, insieme a consulenti, legali e periti, tutti impegnati nella meticolosa raccolta di prove per ricostruire l'accaduto.

Aggressione e indizi nel capannone

Claudio Funari, accusato di omicidio premeditato, tentato omicidio e altre aggravanti, avrebbe aggredito i coniugi in due momenti distinti ma ravvicinati. Il capannone, utilizzato dai Paradisi come abitazione, conserva numerosi indizi utili per ricomporre la dinamica dei fatti: tracce di sangue, un muretto della cucina divelto, un vaso e un portavasi macchiati di sangue, che potrebbero essere stati utilizzati come armi contro Maria Antonietta Giacomozzi.

Elementi chiave e testimonianze

Una vasta macchia di sangue sul pavimento segnerebbe il punto in cui, secondo la donna, Funari avrebbe colpito ripetutamente la testa del marito, causando i traumi cerebrali che lo hanno portato alla morte dopo il breve ricovero in ospedale.

Tra gli oggetti sequestrati figurano un mazzo di chiavi e una paletta da camino, quest'ultima indicata da Funari come l'arma usata da Maria Antonietta per colpirlo, scatenando così la sua reazione violenta. Le testimonianze raccolte e l'analisi delle tracce ematiche saranno cruciali per ricostruire i movimenti delle vittime e dell'aggressore all'interno del capannone, contribuendo a chiarire l'esatta sequenza degli eventi e le responsabilità di ciascuno.