E’ prevista come da programma per oggi la consegna dell’antivirale Molnupiravir (pillola della Merck americana), per il trattamento domiciliare di pazienti non ospedalizzati per Sars-Cov-2, alle farmacie ospedaliere dell’Area vasta 5. Insieme al Remdesivir (prodotto dalla Gilead Sciences), anch’esso antivirale ma da somministrare mediante infusione endovenosa, sono stati autorizzati dalla commissione tecnico scientifica dell’Aifa. I farmaci, per il momento, saranno a disposizione solo delle farmacie ospedaliere (il Remdesivir lo era già ma per trattamenti solo in ospedale) e potranno essere prescritti dai medici delle Usca e dai medici di medicina generale, e saranno a carico del Servizio sanitario nazionale. "La prescrizione potrà essere fatta – dice il direttore del dipartimento farmaceutico dell’Area vasta 5, Isidoro Mazzoni – dai medici di base e da quelli delle Usca, così come dai medici prescrittori degli anticorpi monoclonali che, per la nostra Area vasta, sono Vittorio D’Emilio (primario pneumologia ndr) e Giuseppina Petrelli (primario Pronto soccorso e Murg ospedale San Benedetto ndr)". Per la prescrizione del Molnupiravir è previsto l’utilizzo di un registro di monitoraggio che sarà accessibile online sul sito dell’Aifa. L’uso del Molnupiravir è indicato entro 5 giorni dall’insorgenza dei sintomi e la durata del trattamento, che consiste nell’assunzione di 4 compresse (da 200 mg) 2 volte al giorno, è di 5 giorni.
Per il Remdesivir è stata invece autorizzata da Ema un’estensione di indicazione relativa al trattamento dei soggetti non in ossigeno-terapia ad alto rischio di Covid-19 grave e il farmaco può essere utilizzato fino a 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi. La durata del trattamento è di 3 giorni. "La pillola – continua Mazzoni – va prescritta a pazienti con un grado lieve-moderato di infezione da Covid-19, con tampone positivo naturalmente, e con almeno un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia grave. E va data solo agli over 18 e non alle donne in gravidanza. Negli studi il farmaco è stato ben tollerato con effetti rilevati nel 7%. Le reazioni sono state quelle più comuni come disturbi gastrointestinali, vertigini e nausea. Questi, perlomeno, gli effetti più ricorrenti negli studi, ma nella pratica clinica ancora non lo sappiamo, in quanto allargando il numero dei pazienti ci sarà sicuramente qualche reazione in più. L’importante è che la somministrazione avvenga entro cinque giorni dalla comparsa dei sintomi, altrimenti non fa effetto. Per quanto riguarda il Remdesivir, per la cui infusione dovrà recarsi un medico e un infermiere a casa del positivo, i trattamenti endovenosi sono sicuramente più efficaci, ma sarà il medico a decidere in base alla condizione clinica del paziente".
Lorenza Cappelli