REDAZIONE ASCOLI

Oculistica, due macchinari all’avanguardia

Il reparto si arricchisce di nuovi strumenti. per il cheratocono e la maculopatia della retina.

Sono tre persone del Bangladesh, i positivi al covid a San Benedetto: una coppia e una donna incinta, tutti asintomatici, ufficialmente senza un domicilio ufficiale (altro servizio a pagina 3). Nelle prossime ore verranno trasferiti alla Residenza Valdaso di Campofilone, gestita dalla cooperativa Cooss Marche. Nel caso queste (o altre) persone mostrassero invece dei sintomi, verrebbero trasferite all’ospedale di Fermo, non invece in quello di San Benedetto. I tre casi sono stati segnalati all’Area vasta 5 da Roma, valutando gli arrivi aerei dal Bangladesh. Nel Piceno è stato necessario rivolgersi a un mediatore culturale, per cercare di comunicare con le tre persone.

Venendo invece alle notizie positive, sono già in funzione da alcuni giorni due nuovi macchinari per interventi nel reparto di Oculistica dell’ospedale di San Benedetto diretto dal dott. Luca Cesari. Si tratta di un emittore di luce ultravioletta ‘cross linking’ della società americana GlaulosAvedro, del costo di 45 mila euro, e di ultima generazione, per il trattamento del cheratocono, patologia frequente nei giovani, che in passato richiedeva il trapianto di cornea. La nuova tecnica blocca la progressione del problema, e si consideri che l’Area vasta offre una diagnosi precoce a tutti i ragazzi di terza media della provincia di Ascoli, in collaborazione con il Rotary (un ortottista va nelle scuole, e fa l’esame poi visionati dal primario del reparto di Oculistica, dott. Luca Cesari, che valuta se convocare i ragazzi in ospedale). Rispetto al macchinario fin qui in uso, il nuovo garantisce un intervento più rapido, preciso e confortevole per il paziente.

Il secondo macchinario, del costo di 80 mila euro, esordisce invece all’ospedale, per il trattamento della maculopatia della retina. Si tratta, tecnicamente di un ‘laser micropulsato’. I vecchi laser non evitavano piccole bruciature sul tessuto, mentre questo macchinario stimola le cellule della retina fino a riparare varie maculopatie, circa il 50% tra tutte le sue tipologie, diffuse non soltanto presso una popolazione anziana, ma anche al di sotto dei sessanta anni di età. Molti pazienti, amici o familiari di pazienti, intuiscono l’importanza di questo macchinario, fin qui non presente all’ospedale di San Benedetto: le persone interessate dovevano invece rivolgersi ad ospedali come quello di Pesaro o Fabriano (nel pubblico), mentre ad Ancona c’è un macchinario parzialmente diverso da quello di San Benedetto. Un passo avanti molto apprezzabile, anche considerando la fase di ripristino dell’offerta sanitaria in città dopo il lockdown.

Giovanni Desideri