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Al lavoro per il restauro
La Soprintendenza di Ascoli, Fermo e Macerata e l’Istituto Centrale per il Restauro tra oggi e venerdì 7 febbraio, riconsegneranno ben 33 opere restaurate nei territori delle province interessate dal sisma e in particolare alla Diocesi di Ascoli. Più nel dettaglio tornerà alla fruizione dei cittadini e del pubblico, e verrà riconsegnata alla Curia Vescovile di Ascoli, la Croce Astile del XII-XIII Secolo di Pescara di Arquata del Tronto, recuperata prima del crollo della chiesa Santa Croce a causa del sisma del 2016. Il manufatto, che risulta indenne dopo la violenza dei sismi, è considerato tra le croci metalliche giunte ai nostri giorni nel miglior stato di conservazione della regione Marche. La croce è stata catalogata nell’anno 1963 come un’opera umbro-sabina realizzata nel XIII secolo. L’oggetto liturgico è costituito da un’armatura di legno rivestita da una sottile lamina di rame dorato, lavorata con la tecnica dello stampo e misura 47×38 cm, sviluppando un modestissimo spessore. Utilizzata durante le processioni fissata ad una lunga asta di circa due metri, era portata dal crucifero che precedeva il sacerdote ed apriva il corteo religioso che attraversava le vie del paese. Le quattro estremità dei suoi bracci sono trilobate ed accolgono i simboli dei dolenti: la Madonna, a sinistra, e san Giovanni apostolo ed evangelista, a destra, che reca in mano una palma. Alla sommità vi è un angelo con le ali aperte e alla base del montante la raffigurazione del monte Calvario con al centro il teschio di Adamo. In questa rappresentazione si ritrova il riferimento al racconto riportato anche nella Legenda Aurea secondo cui nel luogo dove fu piantata la croce di Cristo fu sepolto Adamo che con la sua morte si riscattò dal peccato originale. Il verso della croce è decorato dalla presenza di Cristo benedicente, seduto su un semplice trono contornato da un tetramorfo dei quattro evangelisti: in alto l’aquila di san Giovanni, a destra il leone di San Marco, in basso l’angelo di San Matteo e a sinistra il bue di San Luca. È stata esposta in occasione della ‘Mostra dell’oreficeria sacra ascolana’ dell’anno 1963 e alla Galleria degli Uffizi per l’esposizione ‘Facciamo presto! Marche 2016 – 2017: tesori salvati, tesori da salvare’, allestita nell’ambito delle iniziative del post sisma. "Un lavoro silente, ma costante e accurato quello della Soprintendenza – ha commentato il Soprintendente Giovanni Issini – che negli ultimi 5 anni ha già restaurato e riconsegnato tante altre opere alle comunità coinvolgendo restauratori locali".
Valerio Rosa