Ascoli, 22 agosto 2024 – “Voglio conoscere l’uomo al quale è stato donato il cuore di mio papà, per dirgli che ha ricevuto il regalo più bello in assoluto”.
Il desiderio è quello di Davide Bartolini, 23enne ascolano che lo scorso 10 agosto ha perso purtroppo il padre, Patrizio. L’uomo è deceduto, a soli 53 anni, una settimana dopo il terribile incidente stradale avuto nella mattinata del 4 agosto: mentre era in sella alla sua moto, lungo la Statale Adriatica a Martinsicuro, si scontrò con un’auto. Venne trasportato d’urgenza all’ospedale Mazzini di Teramo ma, dopo appena sei giorni, fu dichiarata la morte cerebrale. I familiari di Patrizio, allora, senza pensarci nemmeno un istante, hanno dato il consenso per l’espianto e la donazione degli organi.
Anche perché il 53enne, che è stato anche direttore del punto vendita Euronics al centro commerciale ‘Al Battente’, aveva sempre espresso la propria disponibilità ad aiutare, in questo modo, chiunque ne avesse bisogno. Bartolini ha donato, oltre al cuore, anche un rene e il fegato. E il figlio Davide, attraverso i social, ha lanciato un appello per conoscere chi ha ricevuto il cuore di Patrizio.
Davide, come mai questo desiderio?
“Mi dà sollievo sapere che c’è ancora qualcosa di papà che vive, seppur in un altro corpo. Vorrei incontrare quest’uomo, per dirgli che quello è stato l’ultimo bel gesto che mio padre ha compiuto. Il beneficiario della donazione ha il cuore più bello del mondo e sono contento nel sapere che ancora batte. Vorrei sentire, di nuovo, quel battito”.
Che ricordo ha di suo papà?
“E’ stato sempre un uomo generoso. E questa era la cosa più bella. Ha sempre donato agli altri. Anzi, oserei dire che viveva prima per gli altri e poi per sé stesso. Questo, ai miei occhi, lo ha reso ancor di più un eroe. Io ho anche due sorelle e la sua vita è stata dedicata a noi tre: negli anni ha rinunciato spesso e volentieri alla sua carriera personale e ai suoi interessi perché per lui la vita era in funzione di noi tre. Un giorno mi piacerebbe fare qualcosa di bello a nome di mio padre. Al momento, l’unica cosa che posso fare è sensibilizzare tutti alla donazione degli organi. L’Aido svolge un lavoro importante e c’è sempre bisogno di un maggior numero di donatori”.
Al funerale avete raccolto delle somme da devolvere in beneficenza. Chi avete deciso di sostenere?
“Tengo a precisare che niente è passato per le nostre mani, perché abbiamo invitato tutti a fare un’offerta all’Amref. Si tratta di un’associazione per l’Africa, che mio padre ha sempre affiancato”.
Il cuore è stato donato a una persona di Padova, qualcuno si è fatto vivo per contattarvi? “Ancora no, ma qualcosa si sta muovendo. Delle prime segnalazioni ci sono state. Ma spero, presto, di incontrare quest’uomo per dirgli che ha ricevuto un cuore così unico e raro, lo stesso che batteva ad ogni traguardo della mia vita”.