PEPPE ERCOLI
Cronaca

Morti sospette alla Rsa di Offida, la battaglia legale non è finita: ricorso contro l’assoluzione di Wick

La mossa d el procuratore generale di Ancona Rossi per annullare la sentenza della Corte d’Assise d’Appello. Tra i motivi l’erronea applicazione delle disposizioni riguardanti l’utilizzabilità delle prove

Leopoldo Wick

Ascoli, 17 maggio 2024 – In 17 pagine il procuratore generale di Ancona Roberto Rossi ha sintetizzato il ricorso col quale chiede alla Corte di Cassazione di annullare la sentenza di assoluzione emessa dalla Corte d’Assise d’Appello di Ancona nei confronti di Leopoldo Wick per i reati di omicidio consumati in danno di Lucia Bartolomei, Vincenzo Gabrielli, Domenica Grilli, Luigi Salvucci, Maria Antonietta Valentini e Teresa Vagnoni e per il tentato omicidio di Giuseppina Cameli.

L’impugnazione è stata depositata nella cancelleria della Cassazione a Roma e si attende ora che venga fissata la data della trattazione della spinosa vicenda che ha avuto due momenti chiave: la condanna all’ergastolo per Wick emessa l’1 giugno 2022 dalla Corte d’Assise d’Appello di Macerata e la sentenza di piena assoluzione con immediata scarcerazione stabilità dalla Corte d’Assise d’Appello di Ancona il 6 dicembre 2023. Nel ricorso presentato anche su sollecitazione del procuratore di Ascoli Umberto Monti, il procuratore generale di Ancona Rossi indica fra i motivi l’inosservanza e l’erronea applicazione delle disposizioni riguardanti l’utilizzabilità delle prove, nel caso in questione le analisi sui campioni prelevati sui cadaveri degli anziani ospiti della Rsa di Offida.

I giudici di Macerata hanno ritenuto che le attività non potevano essere qualificate come ‘amministrative’ ma che fossero state svolte su preciso incarico della Procura di Ascoli, per cui dovevano essere garantiti i diritti di Wick consentendogli di essere rappresentato da un avvocato o un consulente durante le operazioni. Il ricorso richiama una sentenza della cassazione in base alla quale "l’obbligo per il ministero di iscrivere nel registro una ‘notitia criminis’ a carico di un determinato soggetto sorge solo quando emergono nei confronti di quest’ultimo specifici elementi indiziari, non essendo sufficienti meri sospetti".

Per la Procura generale, la Corte d’Assise d’Appello ha commesso poi un successivo errore avendo trattato il prelievo ematico eseguito dai medici sui corpi dei deceduti e la successiva analisi "alla stregua di un accertamento tecnico irripetibile, che avrebbe dovuto imporre il preventivo avviso all’indagato. Era invece un accertamento urgente che non richiede il preventivo avviso". Nel ricorso viene posta in evidenza la "mancanza, contraddittorietà, e manifesta illogicità delle motivazioni" nella sentenza assolutoria di Wick.