REDAZIONE ASCOLI

Morte di Jacopo Bachetti. La Procura chiede la condanna dell’amico a 6 anni e 8 mesi

È accusato di omicidio stradale e lesioni gravi per aver causato lo schianto

Morte di Jacopo Bachetti. La Procura chiede la condanna dell’amico a 6 anni e 8 mesi

È accusato di omicidio stradale e lesioni gravi per aver causato lo schianto

La Procura di Ascoli ha chiesto la condanna a 6 anni e 8 mesi per Maurizio Belloni, il giovane accusato di omicidio stradale e lesioni gravi per aver causato, mentre era in uno stato psicofisico alterato dall’assunzione di alcol e cocaina, l’incidente stradale nel quale il 14 novembre del 2020 morì l’ascolano Jacopo Bachetti. E’ durata quasi due ore e mezza ieri la discussione davanti al giudice delle udienze preliminari del tribunale di Ascoli Barbara Caponetti che al termine ha rinviato ad altra udienza per le repliche e la sentenza. Precedentemente la Procura aveva espresso parere negativo alla richiesta della difesa dell’imputato di un patteggiamento a due anni. La richiesta di condanna a 6 anni e 8 mesi è stata lungamente argomentata dal pubblico ministero in udienza, al quale si è associata la parte civile.

La magistratura ha considerato particolarmente grave la condotta di Belloni che quella sera aveva assunto alcol e sostanza stupefacente e non lo ha quindi ritenuto meritevole di alcuna attenuante. Secondo il rapporto della polizia giudiziaria, l’Audi TT Roadstar cabrio a trazione anteriore guidata da Belloni, con a bordo Bachetti, superò una Polo dove c’erano altri amici reduci da una serata; nell’affrontare la curva immediatamente successiva, l’Audi uscì di strada, sbattendo contro un cassonetto dell’immondizia. Sfondò quindi il guardrail, precipitando nella scarpata per 25 metri (17 mt di dislivello) ribaltandosi: gli occupanti furono sbalzati fuori dall’auto, la cui cappotta era stata aperta poco prima, durante la marcia. Secondo questa ricostruzione, nessuno indossava la cintura di sicurezza. La difesa dell’imputato ha puntato molto sullo stato dei luoghi del drammatico incidente mortale rilanciando quanto rilevato dal proprio consulente tecnico, cioè che in quel tratto di strada il guardrail era mal posizionato poiché non seguiva alla perfezione la traiettoria della curva ed era anzi stato posto addirittura in maniera quasi perpendicolare rispetto alla direzione di marcia dell’Audi; il guardrail non aveva inoltre i requisiti di tenuta e assorbimento dell’energia cinetica richiesta in relazione al limite di velocità che in quel tratto era di 50 km/h. "Quel guardrail è adatto se la velocità massima è di 30 km/h, non di 50 km/h. E pensare che la Provincia di Ascoli, nonostante quello che è accaduto, ha messo in sostituzione uno uguale a quello che c’era la sera dell’incidente e che è stato distrutto dall’Audi" ha detto l’avvocat Sergio Gabrielli.

Peppe Ercoli