GIUSEPPE ERCOLI
Cronaca

Milanese, cattedra alla Politecnica

Il direttore dell’unità operativa complessa di urologia dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli, Giulio Milanese, ha assunto il ruolo di professore...

Il direttore dell’unità operativa complessa di urologia dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli, Giulio Milanese, ha assunto il ruolo di professore...

Il direttore dell’unità operativa complessa di urologia dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli, Giulio Milanese, ha assunto il ruolo di professore...

Il direttore dell’unità operativa complessa di urologia dell’Azienda sanitaria territoriale di Ascoli, Giulio Milanese, ha assunto il ruolo di professore associato per la cattedra di urologia del Corso di laurea in medicina e chirurgia dell’Università politecnica delle Marche di Ancona, in qualità di vincitore di concorso pubblico e in seguito all’abilitazione scientifica nazionale conseguita nel 2024. Un importante scatto in avanti nel mondo accademico per il dottor Milanese che, proprio in questi giorni, sta lavorando insieme alla direzione dell’Ast picena per l’imminente riapertura, all’ospedale ‘Mazzoni’ di Ascoli, del reparto di urologia dove continuerà, naturalmente, a svolgere il suo duplice ruolo di direttore e di medico chirurgo.

Milanese è docente di urologia al corso di laurea in infermieristica e di urologia funzionale al corso di laurea in fisioterapia, entrambi nelle sedi di Ascoli, ed è titolare di numerosi altri insegnamenti alla scuola di specializzazione di urologia, sempre dell’Università politecnica delle Marche dove diventa professore associato alla cattedra di urologia (titolare è il professore ordinario Andrea Benedetto Galosi) del Corso di laurea in medicina e chirurgia.

Accorpato dal 2020 con la chirurgia dell’ospedale ‘Mazzoni’, l’unità operativa complessa di urologia, diretta da Giulio Milanese, dell’Ast di Ascoli, nel mese di febbraio – fa sapere la direzione aziendale – torna ad avere una propria collocazione all’interno del nosocomio ascolano con 20 posti letto di degenza dedicati. Ciò è possibile grazie a un incremento del personale medico e infermieristico, tale da garantire un aumento dell’attività chirurgica che ne possa giustificare la riattivazione dei posti letto.