
Il tribunale di Ascoli Piceno
Ascoli, 8 aprile 2025 – Inizierà il 27 maggio davanti al giudice del tribunale di Ascoli Barbara Bondi Ciutti il processo riguardante la vicenda dei malori accusati da 38 bambini dopo la fuga di monossido di carbonio che si verificò all’asilo di Comunanza il 7 gennaio del 2021 e per la quale il sindaco di Comunanza Alvaro Cesaroni e il parroco del paese don Luca Rammella sono accusati di lesioni personali colpose.
Così ha deciso il giudice ieri durante l’udienza predibattimentale. E’ infatti naufragato il tentativo di trovare un accordo fra le parti. La stessa difesa del sindaco di Comunanza sostenuta dall’avvocato Mauro Gionni non era propensa alla trattativa per una conciliazione sostenendo che il primo cittadino non dovrebbe essere imputato in questo processo in base a norme e sentenze della Cassazione che farebbero eventualmente ricadere l’imputazione sul dirigente comunale del settore manutenzione.
L’asilo era stato allestito nei locali della confraternita del Santissimo Sacramento in quanto la scuola dell’infanzia era in fase di ristrutturazione dopo il sisma del 2016. Al sindaco la magistratura imputa l’aver adibito l’immobile a sede provvisoria in mancanza della certificazione di conformità dell’impianto caldaie di riscaldamento e in assenza dell’attestato prestazione energetica (Ape), nonché di aver fatto continuare l’utilizzo dell’immobile nonostante l’intervento dei vigili del fuoco del 9 novembre 2020, su indicazioni di alcuni insegnanti, che avevano rilevato e segnalato a dirigente scolastica e Comune una presenza anomala nei locali di ossido di carbonio e l’ostruzione di una canna fumaria; il sindaco si sarebbe limitato ad intimare al tecnico comunale e al tecnico addetto alla manutenzione di ripristinare il corretto funzionamento delle caldaie, prima della messa in funzione.
A don Rammella la Procura rimprovera l’aver concesso l’immobile privo di attestato di prestazione energetica e di certificazione di conformità. La condotta degli imputati sarebbe per la magistratura all’origine del malfunzionamento degli impianti e dei conseguenti malori: qualcuno accusò semplici giramenti di testa, altri vomitarono o persero conoscenza. Le famiglie si sono costituite parte civile, assistite dall’avvocato Olindo Dionisi. Gli imputati sono difesi dagli avvocati Gionni, D’Angelo e Straccia.