REDAZIONE ASCOLI

Lotta alla schiavitù. Dal caporalato nei campi alla prostituzione:. On the road in prima linea

Sorgoni: "Così cerchiamo di togliere le persone dalla strada"

Sorgoni: "Così cerchiamo di togliere le persone dalla strada"

Sorgoni: "Così cerchiamo di togliere le persone dalla strada"

La tratta di esseri umani è un fenomeno profondamente connesso allo sfruttamento delle persone, che può diventare asservimento, riduzione in schiavitù, e che ha la funzione principale di fornire servizi a basso costo (sessuali, lavorativi) e di garantire grandi guadagni a molti soggetti. "Nei territori dove opera On the Road, con i progetti finanziati dal dipartimento per le pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri, Asimmetrie Marche e Asimmetrie Abruzzo Molise, la tratta e il grave sfruttamento riguardano principalmente la prostituzione (in strada, negli appartamenti, nei locali notturni, ma anche sul web), e lo sfruttamento lavorativo, spesso collegato all’intermediazione illecita (il caporalato) che è molto presente nella filiera agricola, nell’edilizia, nei cantieri navali, nel badantato, nei servizi, nel turismo e nel commercio – afferma Fabio Sorgoni, responsabile Area Tratta e Sfruttamento di on the road - Nei nostri territori la prostituzione di strada negli ultimi anni è sensibilmente diminuita per diverse ragioni, tra le quali lo spartiacque del covid, e la diminuzione del tenore di vita degli abitanti, che ha portato le organizzazioni a mandare le donne e transessuali a lavorare in paesi del nord Europa dove i clienti possono pagare di più. Tuttavia nelle nostre strade (gran parte delle cittadine della costa, nella Bonifica) escono in strada decine di persone.

Vengono principalmente da Nigeria e altri paesi subsahariani, e dalla Romania e altri paesi dell’Est Europa. Eppure gli interventi dei nuclei ispettorato del lavoro dei carabinieri sono molti, con denunce di caporali e datori di lavoro accusati di sfruttare persone pakistane, bangladesi, indiane, e di molti altri paesi. Nell’agricoltura in particolare, ma anche negli allevamenti, nelle manifatture. Ma la stragrande maggioranza dei lavoratori sfruttati non può uscire da questa situazioni, perché devono pagare debiti importanti che hanno fatto per arrivare in Italia, anche per comprare i documenti e se non pagano (e peggio ancora se denunciano) le organizzazioni criminali colpiscono le loro famiglie rimaste nei paesi di origine, sequestrando case, campi, bestiame, ma anche colpendo i famigliari, a volte riducendoli in schiavitù. Quindi è importante che ci sia da parte della popolazione una presa di coscienza del fatto che ci sono persone gravemente sfruttate, costrette a vivere in stato di asservimento, che subiscono quotidianamente violenze e condizioni di vita durissime.

Marcello Iezzi