Quattro chilometri di spiaggia, oltre 110 stabilimenti, migliaia di ombrelloni e metri di passerelle. E una categoria, quella dei balneari, da molti anni sul piede di guerra per la gestione delle concessioni. Potrebbe essere questa l’istantanea di San Benedetto, all’indomani della svolta, quella con la ‘s’ maiuscola, per una delle vicende che più ha appassionato il dibattito in una città che, fondamentalmente, vive di turismo. Tre giorni fa a Palazzo Madama è stata approvata la riforma delle concessioni, quella che prevede procedure di evidenza pubblica per l’individuazione dei gestori. Un decreto che ha suscitato, com’era prevedibile, le ire della categoria interessata. "Penso si tratti di una misura inconcepibile – tuona Giuseppe Ricci, presidente di Itb Italia e titolare dello chalet ‘Stella Marina’ – Ci si ostina a non pensare ai balneari, alle decine di migliaia di famiglie che gravitano attorno a questo settore, ai lavoratori ma anche ai clienti che con il passare del tempo siamo riusciti a fidelizzare. Nel mio chalet ho visto crescere intere generazioni, questo lavoro la mia famiglia lo svolge da un secolo. Ci sono stati investimenti, c’è chi si è indebitato e ancora deve rientrare delle spese fatte. Le aste dovrebbero riguardare tutta la spiaggia ancora libera in Italia: la risorsa non è scarsa e quindi non vedo perché si debba dar vita ad un contesto del genere. Ad ogni modo la categoria non resterà a guardare: da tempo ormai ci siamo attivati con i nostri rappresentanti legali, cosicché le istanze dei concessionari siano adeguatamente messe in evidenza". Cosa si può fare ora? "Arrivati a questo punto si può fare ancora molto – continua Ricci - Una legge non è un qualcosa di irreparabile e si può modificare. Credo che i balneari debbano muoversi nel momento in cui dovranno essere emanate le norme attuative di questa misura. La nostra richiesta è sempre stata di concedere ai balneari il diritto di superficie con possibilità di riscatto. E voglio ricordare che molti esponenti politici a sostegno di questo governo hanno appoggiato per anni le nostre richieste, legandosi alla nostra protesta sulla Bolkestein. Mi reputo fortemente deluso, pensavo che avrebbero lottato per far valere le posizioni dei balneari". Insomma, la vicenda conoscerà nuovi sviluppi con i decreti attuativi volti a definire gli indennizzi. "Premetto – aggiunge Enrica Ciabattoni, presidente provinciale della Sib Confcommercio – che la norma ora va attentamente studiata e sviscerata, ma credo si tratti di una misura profondamente sbagliata. Nella categoria ora regna la rassegnazione, perché alla fine non siamo riusciti a far comprendere le nostre istanze a Bruxelles. É vero che siamo in Europa, ma i servizi che i concessionari italiani offrono ai turisti sono superiori rispetto alla media europea. Credo che con le nuove procedure di affidamento delle concessioni balneari si spalancheranno le porte a chi questo lavoro non lo ha fatto mai, oltre che alle multinazionali. Lo abbiamo ripetuto in innumerevoli incontri con il governo – conclude - è necessario pensare all’impatto sul lavoro e sul servizio che una legge del genere avrà nel nostro Paese, in un futuro che ormai è prossimo".
Giuseppe Di Marco