FLAVIO NARDINI
Cronaca

"Link University? Serve un approccio di apertura. Nel nostro territorio c’è carenza di personale"

L’intervento di Silvestri e Origlia di Italia Viva: "Pubblico e privato possono coesistere" .

Anche Italia Viva, attraverso Giuseppe Silvestri e Maria Stella Origlia, interviene sul caso Link University. "E’ indubbio che il sistema sanitario regionale – si legge in una nota :, inteso nella sua accezione più ampia, esprime criticità importanti determinate da fattori che sono interconnessi tra loro: sistema formativo, progettazione dei servizi assistenziali, infrastrutture ospedaliere, programmazione di interventi territoriali (medicina del territorio). Il tutto incardinato tra la reale volontà politica di attenzione al cittadino e i vincoli normativi nazionali cogenti. A nostro avviso la mission di qualsivoglia intervento deve avere come priorità assoluta l’appropriatezza delle cure attraverso un servizio di qualità, che ponga attenzione massima alla prevenzione sanitaria, che attragga professionisti di livello e che fornisca adeguate strutture sui territori. Seguiamo da giorni le vicende che hanno riguardato il possibile approdo di nuove facoltà universitarie nella nostra regione, nella fattispecie la Link University, che ’potrebbe’ costituire una opportunità per la città di Ascoli Piceno e per il territorio di riferimento e non solo. Leggiamo sulla stampa i tratti non sempre chiari della vicenda anche se, oggi, apparrebbe una pur minima schiarita, alla luce di alcune dichiarazioni espresse da qualche Rettore. Italia Viva ritiene che questa vicenda sia di estremo interesse per coloro che ricoprono responsabilità politiche ed istituzionali, nonché per coloro che sono istituzionalmente coinvolti nell’attività di formazione del personale medico. E’ assodato che molte delle criticità che si registrano nel sistema sanitario sono dovute più alla carenza di medici che all’assenza di assetti infrastrutturali. Cio’ premesso, convinti che il sistema pubblico debba ricoprire un ruolo insostituibile per l’organizzazione dei servizi sanitari e per la formazione dei professionisti che vi operano, riteniamo doveroso assumere un approccio di apertura allo studio di possibili criteri di applicabilità del sistema privato, affinchè possano coesistere entrambi, mantenendo tutti gli standard che garantiscono parametri di qualità ed appropriatezza nella formazione di nuovi medici".