L’angoscia della moglie: "Trenta giorni di buio"

Donatella Scarponi: "Non avrebbe saputo usare un fucile da guerra"

L’angoscia della moglie: "Trenta giorni di buio"

Massimiliano Galletti

Solo nella tarda mattina di ieri Donatella Scarponi ha saputo com’è morto il marito Massimiliano Galletti, lunedì scorso nell’ospedale di Kiev. La donna aveva ricevuto una brevissima comunicazione via social, da una fonte non ufficiale, in cui era scritto: "Massimiliano Galletti è morto nell’ospedale di Kiev dopo un mese di coma". Nelle ore successive è poi giunta la terribile conferma da fonti della polizia dove Donatella la settimana prima aveva sporto denuncia per la scomparsa del marito che da un mese non si faceva più sentire.

"Per me sono stati 30 giorni di buio totale. Sapevo solo che mio marito era morto ma dove, come, con chi, dov’era? – afferma ancora sconvolta Donatella Scarponi – poi sono andata in commissariato e mi hanno detto che Massimiliano era deceduto a seguito delle devastanti lesioni subite nella deflagrazione di una granata. Mio marito ricopriva il ruolo di ’Soccorritore paramedico’ ed era impegnato con le unità cinofile, nella ricerca di persone ferite o morte durante i combattimenti. Dunque operava nelle retrovie. Dopo tutto non era un combattente perché non avrebbe saputo neppure usare un fucile da guerra. Ho anche incontrato il sindaco Antonio Spazzafumo che mi ha garantito il suo interessamento per il ritorno della salma a San Benedetto. In questi casi se la famiglia o lo Stato non provvede al rimpatrio della persona deceduta in guerra il corpo viene cremato. Io mi sono affidata all’avvocato Carla Tiboni di Pescara che è costantemente in contatto con la Farnesina. Sul caso è poi intervenuto il Ministero degli Esteri che ha chiesto l’autopsia sulla salma prima del rimpatrio".

Sul caso del ricovero che sarebbe durato un mese, Donatella aggiunge: "Mi sembra un po’ tutto nebuloso. Se è vero che è stato un mese ricoverato in coma nell’ospedale di Kiev perché non ci è stato comunicato nulla. Avremmo potuto decidere di andare nella capitale Ucraina per stare vicino al nostro congiunto, invece ci hanno contattati solo dopo che è morto. Non so cosa pensare. Massimiliano ha dato tutto per gli altri fino a trovare la morte".

Tantissime persone, nel frattempo, hanno dedicato un pensiero a Massimiliano sui social: "Con te se ne è andato un pezzo del nostro cuore. Un abbraccio e chissà, magari un giorno io, tu, Roy e Byron torneremo a cercare tracce insieme in paradiso. Addio amico mio...". "Quante volte ti ho fatto da figurante quando addestravi Byron, ora starete insieme per sempre".

Marcello Iezzi