La svolta green non c’è: "Costi troppo alti e poche colonnine, si preferisce l’ibrido"

I concessionari del Piceno: "Si parte da 30mila euro, a salire. Una spesa notevole che spesso i clienti preferiscono evitare, buttandosi su altro".

La svolta green non c’è: "Costi troppo alti e poche colonnine, si preferisce l’ibrido"

I concessionari del Piceno: "Si parte da 30mila euro, a salire. Una spesa notevole che spesso i clienti preferiscono evitare, buttandosi su altro".

"Non c’è assolutamente richiesta". È questa la risposta che arriva dai proprietari dei concessionari in zona quando vengono interpellati a proposito di auto elettriche. Semplicemente, non c’è richiesta. Agli ascolani non interessano, e si nota. Non è un caso che la provincia di Ascoli sia quella con meno immatricolazioni di autovetture elettriche. Se Ancona e Pesaro-Urbino sono al primo posto con 27 immatricolazioni nel mese di settembre 2024, seguite a ruota da Macerata che ne ha registrate 26, a chiudere la fila, dopo le 19 di Fermo, c’è proprio Ascoli, con sole 17 immatricolazioni. E le voci che abbiamo interpellato, esperti che lavorano nel settore, ce lo confermano.

"Nel nostro salone – commenta Walter Nepi di ‘Top Garage’ – la richiesta di auto elettriche è proprio zero. Non solo: i clienti non chiedono nulla e se chiediamo noi loro ne parlano non bene. I motivi sono vari: in primis penso sia dovuto al fatto che ancora adesso non c’è la possibilità per gli ascolani di avere una colonnina di ricarica in garage o vicino casa, soprattutto per via del costo alto per l’installazione. Questo compromette ovviamente la comodità di un’auto che ha un’autonomia ridotta e legata alla colonnina di ricarica. E poi si tratta proprio di una questione economica, per il mezzo vero e proprio. Le macchine elettriche partono da un prezzo minimo di 30mila euro, a salire. Una spesa notevole che spesso i clienti preferiscono evitare, buttandosi su altro".

‘L’altro’ a cui fanno riferimento da ‘top garage’ è sicuramente il più tradizionale ‘usato’. "Si sta tornando sempre di più a comprare l’usato, abbiamo registrato una crescita molto notevole. E questo comporta anche un valore di mercato sempre più alto. Parliamo di macchine usate che sono sempre più costose". E poi c’è l’incognita ‘ibrido’, che spaventa ma rassicura al tempo stesso: "Con le ibride non c’è l’obbligo, ovviamente in base alla tipologia, di ricaricare con la colonnina. Abbiamo notato che qualcosa si sta muovendo, soprattutto per piccoli spostamenti. Mi pare che ci si avvicini chi sta in città ma preferisce non puntare prettamente sull’elettrico. Per la maggiore tra le ibride mi pare che vada la Toyota, molto richiesta".

Da Autoclass Srl confermano: "Poco richieste, appartengono ad una tipologia di prodotto che al momento è ‘bloccato’, magari in futuro, se scenderanno un po’ i prezzi". Parla così Pietro Pirri, davanti alla domanda ‘agli ascolani piacciono le elettriche?’. La risposta sembra essere univoca: no. E i motivi sono due: la scomodità delle colonnine di ricarica e il prezzo estremamente alto. "Credo che sia un prodotto bloccato, perché è in una fase di stallo. Al momento costa ancora tanto: quasi il doppio rispetto ad un’auto della stessa categoria ma con alimentazione diversa. Se per una vettura che si aggira sui 25-28mila euro nuova proponi a parità di funzioni e optional l’elettrico a 48-50mila ovviamente il cliente si blocca. Le motivazioni che spingono le persone a non acquistare secondo me sono ancora molto legate al prezzo, come quando uscirono i televisori al plasma, con prezzi stellari. All’inizio non furono comprati, poi quando i prezzi diminuirono la vendita aumentò. Quando si abbasseranno i costi, ovvero quando costerà meno produrre le batterie, secondo me ci sarà una vendita più sostanziosa. Per ora però la percentuale di richiesta è bassissima. So di alcuni clienti che hanno optato per delle minicar per il centro storico, quindi Smart e equivalenti".

Anche la concessionaria Silcar si unisce al coro: "La vendita di elettriche mi pare che vada un bel po’ a rilento, principalmente per le colonnine che sono poche oltre che scomode, e i prezzi che sono ancora estremamente alti".

Ottavia Firmani