di Adriano Sacripanti*
La sarcopenia è una malattiadi dell’anziano di cui si sente poco parlare, ma al contrario è molto diffusa. Tale malattia consiste nella diminuzione di massa muscolare e di conseguenza della forza muscolare accompagnata da una minore funzionalità dei muscoli. La sarcopenia compare intorno ai 50 anni e dai 60 in poi, ogni anno la perdita aumenta al ritmo di 1-2 per cento all’anno (a 75 anni la riduzione della massa muscolare raggiunge circa il 50 per cento) e comporta la riduzione del numero di motoneuroni, cellule che raccolgono il segnale dal sistema nervoso centrale e lo trasmettono al muscolo inducendo il movimento. I sintomi non sono definiti e presenti in altre patologie come senso di debolezza (difficoltà a salire le scale) e di instabilità (perdita di equilibrio) sono i più comuni. La sarcopenia è anche un cofattore di degenerazione delle ossa in quanto la diminuzione delle fibre muscolari comporta un aumento dell’osteoporosi che determina una maggiore frequenza delle cadute dell’anziano. Le cause principali, dicono gli esperti, che inducono la malattia sono fondamentalmente due: la carenza di proteine e l’inattività fisica. Secondo l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) sono necessarie almeno 1 grammo di proteine per chilo di peso corporeo, ogni giorno per persone che svolgono un’attività sedentaria; quantità che va aumentata fino a 2 grammi per gli sportivi. Purtroppo per l’italiano medio è un valore raramente raggiunto e ciò è un male considerando che il corpo umano è costituito principalmente di proteine. Al contrario, se l’alimentazione ne è povera, ovvero è inferiore ai 0,85 grammi per chilo di peso corporeo, le cellule per il loro fabbisogno sono costrette a prelevarle direttamente dai muscoli o dalla matrice extracellulare, che è presente in tutti i componenti tessutali che compongono gli organi: vasi, nervi, epiteli . Per contrastare in maniera efficace la sarcopenia oltre la giusta quantità di proteine, svolge un ruolo fondamentale l’attività fisica, svolta regolarmente, anche per pochi minuti al giorno. Tanto per capirci: se si rende inerte un arto tramite una semplice ingessatura, si assiste ad una “catabolizzazione” del muscolo, ovvero ad una perdita di massa muscolare del 5% al giorno, per cui quando la si toglie si nota che l’arto non solo è più piccolo dell’altro ma anche intorpidito, necessita di una adeguata riabilitazione .
*Presidente provinciale associazione italiana consumatori