Sono sempre più frequenti i drammi familiari: l’ambiente domestico che dovrebbe essere il nido protettivo, è sempre più spesso teatro dei più efferati atti di violenza, che non di rado sfociano in atti estremi. L’ultimo a Ripaberarda. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Antonella Baiocchi, psicoterapeuta esperta in criminologia e drammi familiari.
Cosa sta accadendo alla relazione affettiva? Come commenta questo ennesimo fatto di cronaca?"Si tratta, quasi sempre di drammi che maturano all’interno di un disagio inespresso, di uomini e donne del quale non si è riusciti a coglierne i sintomi per tempo".
Ossia?"Ciò che colpisce è il fatto che la gran parte di essi vengono consumati da ’apparentemente tranquille persone qualunque’, dal nostro vicino di casa, dall’amico, dal parente. Persone ’normali’, e questo ci sconvolge, frantumando ogni nostra presuntuosa pretesa di ’sentirci al sicuro’".
Come comprenderlo?"Le cronache quotidiane sempre più ci ricordano che il confine tra ’normalità e devianza’ è un confine molto labile e che spesso, troppo spesso, il vero deviante non è colui che umilmente e coraggiosamente ricerca un aiuto per le fronteggiare le proprie problematiche interiori e relazionali, ma colui che, per incoscienza, per orgoglio, per debolezza, per ostinatezza o semplicemente per ‘ignoranza’ (nel senso di ‘non conoscenza’ di modalità sane per fronteggiare la sofferenza interiore) a costo della propria ed altrui distruzione continua a mascherare e negare il proprio dolore e il proprio bisogno di aiuto. La gran parte delle persone non ha conoscenza e padronanza delle profonde e complesse dinamiche interiori e relazionali che permettano di instaurare relazioni ’sane’, centrate sul reciproco rispetto e non sulla prevaricazione o sulla sottomissione: c’è ancora un altissimo tasso di ’analfabetismo psicologico’ da cui scaturiscono relazioni malate centrate sulla prevaricazione e sulla violenza".
Che interventi propone per contrastare il dilagante malessere relazionale che insanguina le relazioni affettive?"E’ necessario combattere alla radice e ad ampio raggio questo ’analfabetismo psichico’, fornendo adeguate competenze relazionali soprattutto agli adulti di riferimento, responsabili dell’equilibrio dei minori futuri adulti e soprattutto il sistema preposto a prevenire e contrastare la violenza nelle relazioni affettive deve superare la falla della unidirezionalità, sganciando la violenza dal genere e considerandola bidirezionale".
Stefania Mezzina