La Milanesiana in città: "Un teatro prestigioso"

Elisabetta Sgarbi si racconta in occasione della 25esima edizione del festival "L’idea mi fu data da Ombretta Colli, forse su consiglio di Franco Battiato".

La Milanesiana in città: "Un teatro prestigioso"

La Milanesiana in città: "Un teatro prestigioso"

La Milanesiana sceglie il teatro Ventidio Basso come location d’eccezione per questa 25edizione. "Un teatro prestigioso, che crea meraviglia in tutti gli artisti che vi mettono piede" commenta l’ideatrice e la direttrice del festival, Elisabetta Sgarbi.

Signora Sgarbi, come è nata l’idea di cimentarsi in questa impresa?

"Mi è stato chiesto dalla allora Presidente della Provincia di Milano, Ombretta Colli, che era molto amica di Franco Battiato, e suppongo che lui le abbia fatto il mio nome. Ebbe l’intuizione di fare qualcosa in estate in una Milano che era molto diversa da oggi. Io la dedicai alla poesia e la chiamai ’Sulle spalle dei giganti’. Ando’ molto bene. Ed eccoci qua".

Il tema dell’anno è la ‘timidezza’, si reputa una persona timida?

"Io sono timida. Ma la timidezza non è il contrario della forza di carattere e del coraggio. La timidezza è una pausa in più tra il pensare una cosa e dirla. Pensare una cosa e farla. La timidezza intimidisce anzitutto il timido. Poi il timido reagisce".

Il pubblico è in attesa, cosa può aspettarsi?

"C’è un programma molto vario. Si inizia il primo luglio con un concerto di Enrico Ruggeri, preceduto da una sua conversazione con Alessandro Gnocchi, a partire dal libro autobiografico di Enrico, in cui racconta i suoi 40 album ’40 vite (senza fermarmi mai)’. Poi lo spettacolo di Luca Barbarossa, a partire dal suo libro ’Cento storie per cento canzoni’ con la proiezioni dei bellissimi disegni di Michele Bernardi, ‘diretto’ da Luca Barbarossa per la rappresentazione dei testi. Lo spettacolo di Cristicchi, dedicato a San Francesco, davvero molto bello. E poi lo spettacolo di Vittorio a Montalto, nel ciclo dei Rinascimenti e scoperte che è il terzo appuntamento con straordinarie lectio magistralis".

C’è stato nell’organizzazione, qualcosa che non è andato come voleva?

"L’organizzazione per definizione mette insieme tante cose e tante esigenze. Qualcosa può sempre capitare, nonostante la cura maniacale. A volte poi, più attenzione ci metti, più imprevisti capitano. Una volta il cantante Anthony doveva esibirsi al Dal Verme, ma a pranzo ingoiò una lisca di pesce, che gli impedì di cantare. Allora chiesi a Michael Cunningham, lo scrittore premio Pulitzer di recitare i testi delle canzoni di Anthony, e Anthony lo accompagnava al pianoforte. Indimenticabile".

Ottavia Firmani