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La dieta migliore che lancia i produttori

Gli edifici dell’azienda agricola Maria Pia Castelli sorgono sul lato corto della bella vigna cresciuta nella campagna di Monte Urano. Nei giorni scorsi: I Giorni della Merla, l’azienda ha spalancato le porte per la vendita del vino sfuso. Normalmente, s’imbottiglia. E i vini di qualità portano il marchio IGT, Bio. Ma nel salottino di degustazione è esposto un altro marchio: quello della Dieta Mediterranea. Lo stesso accade verso la montagna, ad Amandola e a Montefortino, dove La Pasta Regina dei Sibillini, dell’omonimo Pastificio, affianca al proprio brand quello della Dieta. A Falerone, a due passi dalla stupenda chiesa di San Paolino, l’Azienda Bonfigli produce un olio di grande qualità, e nelle stanze da degustazione e B&B fa campeggiare il marchio con al centro il tempio e la scritta nella cuspide: Moderazione. Non è tutto. Perché lo stesso accade in diverse aziende di miele della Valdaso, in alcuni ristoranti e trattorie, in certi agriturismo e luoghi di ospitalità del Fermano. Un esempio su tutti: l’Officina del Sole, sulla strada che da Montegiorgio porta a Rapagnano. Quello della Dieta è un marchio registrato, ma il suo valore è soprattutto ideale. Esprime un mondo. Rimanda ad una civilizzazione del non spreco, del rispetto dell’ambiente e dei cicli naturali. Tra l’altro, l’abbiamo scritto più volte, la Dieta mediterranea è stata una caratteristica delle nostre contrade. Tanto che la segnaletica stradale di qualche comune fermano lo evidenzia. Torniamo ad occuparcene perché, per il quinto anno consecutivo, secondo la rivista americana US News & World Report, la Dieta mediterranea si conferma la migliore al mondo, prima di molte altre. Sicuramente sotto il profilo della salute per le persone. E sicuramente, come dicevamo, anche per il rispetto portato all’ambiente. Da studi scientifici "Si stima in media che per ottenere 100 calorie, la Dieta mediterranea provoca un impatto ambientale di circa il 60 % inferiore rispetto ad una alimentazione di tipo nordeuropeo o nordamericano, basata in misura maggiore su carni e grassi animali, piuttosto che su vegetali e cereali". Non basta. Sabato scorso è stata celebrata la Giornata contro lo spreco. I dati sono sconfortanti. "Mentre quasi il 40% del cibo totale prodotto nel mondo viene buttato, tre miliardi di persone sulla Terra non possono permettersi un pasto sano ogni giorno, e 250 milioni di esse sono affamate". Le nostre nonne tenevano in casa la mattera, dove riponevano il pane e altri cibi. Nulla andava buttato. E la campagna non era violentata.

Adolfo Leoni