La Corte dei Conti ordina il dissesto. Sfuma la possibilità di ricorso

Dichiarare lo stato sembra essere l’unica strada. Il consiglio ne discuterà. alla prossima riunione.

La Corte dei Conti ordina il dissesto. Sfuma la possibilità di ricorso

La Corte dei Conti ordina il dissesto. Sfuma la possibilità di ricorso

Sembra essere completamente sfumata, in provincia, l’idea di impugnare la delibera della Corte dei Conti con cui è stata avviata la procedura di dissesto dell’ente. Nulla di ufficiale è stato deciso, ma se questa scelta dovesse essere confermata, l’unica strada percorribile sarebbe quella di deliberare lo stato di dissesto: passaggio che verrebbe fatto nel prossimo consiglio, che si riunirà mercoledì 10. Lo scorso 20 giugno, la prefettuconcedeva all’amministrazione 20 giorni per deliberare lo stato di dissesto. Una notizia che aveva colto di sorpresa Palazzo San Filippo: inizialmente, infatti, la delibera della Corte dei Conti era stata letta come ‘dissesto guidato’, pensando di dover applicare misure correttive utili al risanamento del bilancio e non dover affrontare il dissesto finanziario. Ecco che però la prefettura ha mostrato il procedimento della magistratura contabile sotto tutt’altra luce. In provincia si era subito pensato di opporre ricorso, mostrando quanto fatto dall’attuale amministrazione per riqualificare l’ente. Va rammentato che la Corte dei Conti aveva riconosciuto quanto fatto dall’ultima compagine dell’amministrazione provinciale, e che i problemi erano iniziati prima del suo insediamento. Peraltro, in un recente consiglio, la provincia aveva anche approvato una linea di indirizzo per il ripianamento del disavanzo pregresso, nella quale si ipotizzava un’entrata derivante dalla possibile alienazione del centro per l’impiego, sito nel complesso Vannicola di via Mare, per oltre 1,7 milioni.

Il centro sarebbe andato alla regione Marche e parte delle risorse ottenute, più di 1,2 milioni, sarebbe stata impiegata per rimettere in sesto il bilancio. La decisione di non fare appello sarebbe da attribuirsi al fatto che, per portare avanti un ricorso del genere, bisognerebbe impiegare una cospicua somma, attingendo dalle casse di un ente che non può permettersi di fare spese. Se mercoledì la provincia dovesse deliberare il dissesto, quindi, la prefettura comunicherebbe il passaggio al Ministero dell’Interno. Quindi verrebbe nominato un commissario ad acta, che però si occuperebbe solo del risanamento finanziario. L’attuale consiglio rimane in carica fino al termine del mandato – a settembre – e continua a gestire l’ordinaria amministrazione.

Giuseppe Di Marco