REDAZIONE ASCOLI

Incidente sul lavoro fatale, addio Ortenzio

Non ce l’ha fatta il 59enne, da giorni ricoverato all’ospedale di Ancona dopo il volo all’interno della Scandolara. Mozzano in lutto

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"Una vicenda orribile, siamo tutti sconvolti". È corale la voce degli abitanti di Mozzano, distrutti dalla notizia della morte di Ortenzio Bruni. Non ce l’ha fatta l’operaio di 59 anni rimasto coinvolto nel terribile incidente sul lavoro alla ‘Scandolara spa’, dove purtroppo è entrato per l’ultima volta lunedì mattina. L’uomo, ricoverato all’ospedale Torrette di Ancona, era in condizioni gravissime. Un trauma cranico e un’emorragia celebrale: così lo avevano trovato i soccorritori dopo il tragico incidente, avvenuto in un’ala deserta dello stabilimento. A chiamare il 118 sono stati i colleghi, increduli nel vederlo a terra, esanime, dopo essere precipitato dal trabattello su cui era salito per tinteggiare una parete. Ha fatto un volo di circa 3 metri prima di schiantarsi al suolo: una caduta accidentale che, purtroppo, gli è stata fatale. I medici hanno fatto tutto ciò che era in loro potere per salvarlo, purtroppo invano: Ortenzio è spirato nella tarda mattinata di ieri. Distrutti dal dolore il figlio e la moglie, Pasqualina Proietti, che gli è rimasta accanto fino all’ultimo momento, lottando insieme a lui nella disperazione. Nei giorni scorsi l’avevamo contattata: "Sono senza parole – ci aveva detto – siamo disperati". Lo stesso sentimento è quello che oggi affligge la comunità di Mozzano, dove l’uomo viveva, conosciuto e stimato da tutti.

In paese lo chiamavano bonariamente ‘Pallezzì’ o ‘il sindaco’ "perché organizzava sempre tanti eventi – dicono in paese – e amava stare la gente. Una persona dal cuore d’oro". A piangerlo sono anche i colleghi: "Era un gran lavoratore – dicono – una persona onesta, un uomo da ammirare. Non riusciamo a credere che sia vero". Nel frattempo, la Procura ha aperto un fascicolo per fare chiarezza su quanto avvenuto in quella fatale mattinata, durante la quale erano a lavoro solo alcuni dipendenti, chiamati a svolgere dei lavori di manutenzione, mentre la produzione era ferma e tutti gli altri in cassa integrazione. Tra i prescelti, purtroppo, c’era anche Ortenzio, che stava svolgendo una mansione a quanto pare estranea a quella prevista dal suo contratto di lavoro. Nel mirino delle indagini, coordinate dal sostituto procuratore Mara Flaiani e portate avanti dal Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro dell’Asur, sono finite anche le misure di sicurezza adottate. Lo stabilimento, nella giornata di lunedì, resterà chiuso per lutto, mentre i sindacati hanno già organizzato uno sciopero, indetto per lo stesso giorno. La salma è stata restituita ieri ai parenti, che hanno deciso di donare gli organi. Un ultimo gesto magnanimo prima dei funerali, che si svolgeranno lunedì nella chiesa di Mozzano.

Valeria Eufemia